Il caso. Filofascista a chi? A te! La fine logica del capogruppo alla Camera del #M5S

ROMA – Roberta Lombardi è la futura capogruppo del M5S alla camera. Fin qui tutto bene. Rimarrà in carica solo tre mesi ma sono certo che lascerà il segno.

Di cosa parlo? Di alcune sue ambigue dichiarazioni (definiamole così, per buona educazione) in relazione alle origini del fascismo e a Casa Pound. Non sto parlando di qualche battuta butatta lì dopo una serata in pizzeria (o birreria?), ma sto riferendomi a ben due post da lei scritti e pubblicati sul suo blog. Il primi il 21 gennaio l’ultimo oggi.
Riporto integralmente i due documenti di Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera dei deputati del M5S, perché li ritengo degli esempi formidabili per lo studio del livello culturale, degli automatismi linguistici, del substrato ideologico e della strategia politica del M5S. Integralmente si, ma inserendo le mie valutazioni di volta in volta.
Partiamo dal primo. Titolo “Italia sotto formaldeide“, postato il 21 gennaio 2013.
Ultimamente sento e leggo molti ardimentosi paladini dello status quo difendere a spada tratta sindacati, associazione di categoria, partiti e vecchie ideologie e mi chiedo perché.
Forse perché c’è qualche milioni di italiani che la pensano diversamente. Inoltre non si capisce per quale ragione sindacati, associazioni di categoria e partiti e “vecchie ideologie” dovrebbero essere inseriti nello stesso paniere vista la differenza di funzioni (davanti alla legge e alla Costituzione), di responsabilità e di obiettivi. Troppo raffinato? Vabbè, andiamo avanti.
Perché così tante persone, scontente dello situazione attuale, comprensibilmente preoccupate per il futuro loro e dei loro figli, giustamente indignate di fronte alla pochezza morale ed intellettuale di una classe dirigente inadeguata sotto TUTTI I PUNTI DI VISTA difendono ancora strenuamente i simboli di un modo di pensare e creare la società VECCHI e che hanno ESAURITO la loro missione storica?
Stessa cosa di prima con in più qualche svarione dovuto probabilmente alla foga retorica. Perdonata.
Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa ideologia non rappresenta una minaccia presente.
Abbandonata la lingua italiana? Anche quella complice dello “status quo”? Andiamo a vedere la “seconda questione”? Magari! E qui uno dei passaggi fondamentali dell’esercizio di logica della fine giurista Lombardi.
Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso.
Quando arriveremo a commentare il suo post di oggi scopriremo la corretta interpretazione di questo arduo sforzo della capogruppo M5S. Da qui si apprenderebbe (la lingua italiana e la grammatica non sono state ancora abolite tramite referendum su piattaforma Casaleggio Associati) come Casa Pound non sia fascista, ma che poi, forse, alla fine un po’ fascista è (anzi, ne è solo una parte),  che è “folcloristica” (ahi ahi!) e che (la frase è chiarissima anche se poi oggi, come vedremo, la smentisce arrampicandosi -indignata- sugli specchi) è “folcloristca” in quanto “razzista e sprangaiola”.
Proprio questa estate, ricordo, sono andato alla sagra “dei razzisti, del cinghiale e della spranga” in un ridente paesello (molto folcloristico) dell’Italia centrale.
Ma torniamo alla Lombardi dopo questa disgressione folcloristica. Perché per fare chiarezza sugli interrogativi emersi dalle simpatie fra M5S e Casa Pund,  fa un elogio del fascismo della prima ora, di quello per intenderci del programma di San Sepolcro del 1919, negando che fosse la base ideologica di quella fase di costruzione del consenso da parte del fascismo fino alla presa del potere e della Marcia su Roma. E ogni riferimento alla strategia di un movimento moderno che sta ripercorrendo (con anche dei richiami diretti a quel programma del 1919) è del tutto voluto.
Che la futura capogruppo del M5S abbia una così benevola opinione del Programma fascista di San Sepolcro fa tremare i polsi, ancor di più delle battutine per raccogliere consensi del suo capo supremo Beppe Grillo.
E proseguiamo.
Seconda questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per portarti dalla mia parte.
Giuro, ho consultato anche AL9000 ma non sono riuscito a venirne fuori, fra fascismo e comunismo che non sono responsabili anche se sono morti (o viceversa). E soprattutto chi è “il noto spauracchio?”.
Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo il pensiero del futuro.
I comunisti no, questo è certo. Sui fascisti il giudizio della storia è molto differente.
Se parliamo dei sindacati chiedendone l’abolizione, ti tacciano di voler tornare indietro alla rivoluzione industriale.
Ti tacciano solo di quello? Sono stati buoni.
Anche qui, i sindacati hanno esaurito una missione nel momento in cui si sono trasformati in grumi di potere che mercanteggiano soldi, cariche, proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro interlocutori dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i loro complici di inciuci alle spalle dei lavoratori. Non si tratta di negare la fondamentale funzione che storicamente hanno avuto, ma oggi non è più così e quindi meglio pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti dei lavoratori.
E me lo ricordo il sindacato fascista prima della guerra. Senza parlare del tentativo (fascista) di un sindacato leghista qualche anno fa.
Discorso simile per le associazione di categoria: potevano avere un senso nel medioevo ma delle corporazioni hanno perso lo spirito mutualistico per trasformarsi in caste e castine o lobby che cercano sponde politiche ad ogni tornata elettorale.
Su questo concordo in pieno, e graziosamente le faccio notare, cara capogruppo, che su questi temi si fanno battaglie ben prima di quando Beppe Grillo fosse scoperto da Maurizio Costanzo e Pippo Baudo.
Organizzano tavole rotonde con i vari candidati e cercano di tirarli dalla loro parte lusingandone la voglia di consenso. Presidenti o segretari ti chiamano chiedendoti una candidatura che porterebbe al tuo movimento tanti tanti voti di cui non sai che fartene, se quello che cerchi sono cittadini attivi e non automi della croce sulla scheda elettorale.
Al9000, ma non hai ancora installato il traduttore dal grillese?
Purtroppo la storia , soprattutto la nostra, ci ha dimostrato che ogni filtro o intermediario posto tra cittadino e cittadino nel tempo si è trasformato in una barriera allo sviluppo di rapporti sociali, economici, lavorativi.
? Ah, ho capito! Il solito richiamo alla democrazia diretta su piattaforma Casaleggio.
Una società fluida ed interconnessa permette uno scambio paritario e la creazione dinamica di reti che si compongono intorno ad idee.
Wow! Sono veramente impressionato.
Questo è il salto nel vuoto di cambiare il proprio modo di pensare in modo radicale e nuovo.
Ah, dicevo io… si torna al grillota.
Passiamo dalla società delle divisioni alla società delle connessioni.
Non capisco questa frase, soprattutto dopo il delirio assolutorio del fascismo di cui sopra.
Il cambiamento è una sfida complessa, ma se non siamo pronti ora che non abbiamo più nulla da perdere a mettere in gioco tutto noi stessi inventandoci un nuovo modo di intendere la società intorno a noi, se non rompiamo il barattolo pieno di formalina in cui la nostra società si conserva da troppi decenni, dobbiamo essere consapevoli che domani non avremo un’altra possibilità.
Questo aspetto necrofilo della questione non lo avevo mai preso in considerazione.
E da qui passiamo al secondo post di oggi della nostra capogruppo del M5S alla Camera dei deputati della Repubblica Italiana, onorevole (questo il titolo, lo voglia o meno) Roberta Lombardi.
Titolo “Filo fascista a chi” pubblicato i 5 marzo 2013
A illustrazione del post c’è la copertina della Costituzione Italiana. In quanto parlamentare e capogruppo la Lombardi si appella (?) alla carta Costituente per sostenere le sue ragioni?
Rimango allibita dalle strumentalizzazioni in atto su una frase estrapolata da un post sul mio blog.
Veramente si è estrapolata una frase per essere pietosi. Il riferimento al programma fascista del 1919 connota se non l’impianto ideologico della neo eletta di certo la sua superficialità.
Quella espressa era una analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente condanno. In Italia il fascismo così come il comunismo è morto e sepolto da almeno trent’anni.
Naturalmente condanna il fascismo, ora, invece che due mesi fa. Il giorno dopo che è stata scelta per essere il capogruppo del M5S alla Camera.
Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura dittatura (http://www.circolorussell.it/index.php?doc=158).
Ancora? Non riesce proprio a uscire dal loop. Continua a difendere il suo scivolone. Oppure non era uno scivolone? Oppure è la linea a streaming spento? Poi dice che “di certo” quel programma non era preludio. Non era? Quel programma E’ STATO IL PRELUDIO DELLA PRESA DEL POTERE E DELLA MARCIA SU ROMA.

andiamo avanti
Tutte proposte che poi Mussolini smentì già dall’anno seguente, in quello che fu un continuo delirio di contraddizioni. La caratteristica del fascismo fu infatti quella di cambiare sempre le carte in tavola, con l’unica costante che al centro del potere rimanevano sempre Mussolini ed il suo partito unico.
Smentì? Ma stiamo scherzando? Mussolini mutò la sua strategia e certo non delirava. Delira chi ritiene che il fascismo, a partire da quel programma del 1919, debba essere letto non come unicum storico.
Potere che poi divenne dittatura in un crescendo di violenza. Fino ad arrivare al razzismo e la guerra. Questo il mio giudizio storico e politico, negativo su quell’esperienza. Ora possiamo pensare all’Italia del 2013.
E’ esattamente quello che faccio io. Pensare al 2013, come fanno tutti quelli che si allarmano della palude pseudo ideologica che emerge sempre con maggiore frequenza dalle dichiarazione e dagli atti e dalla prassi politica esterna e interna al movimento (compreso il linguaggio e l’impianto simbolico) da parte degli esponenti M5S. A partire dal suo capo, Beppe Grillo.
Ricordo a tutti che il M5S ha nel suo programma l’insegnamento della Costituzione italiana.
Che già vuole modificare (come ha già annunciato il capo) e che credo che l’attuale capogruppo del M5S abbia confuso con dei documenti del 1919.
Grazie a tutti.
Prego. E poi la chicca.
PS: ho scritto “Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola”. Che tradotto per chi non conosce l’italiano e l’uso della punteggiatura significa che reputo Casapound folcloristica (con i suoi saluti romani e con i suoi nostalgici rituali) E razzista E sprangaiola. Tutti giudizi negativi.
Difendere lo stupro della lingua e della logica per smentire l’evidenza. Complimenti. Bella scuola politica ci offre il “presunto” nuovo.

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