Ruby. Chiesti 6 anni per Berlusconi per concussione e prostituzione minorile

MILANO – Il pm Ilda Boccassini ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione per Silvio Berlusconi  colpevole, secondo l’accusa, di concussione e prostituzione minorile.

Il pm chiede come pena accessoria l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. «L’imputato Berlusconi non merita attenuanti, le ebbe già per la vicenda del lodo Mondadori e non le merita per il suo comportamento processuale», ha detto Ilda Boccassini ricordando, inoltre, che l’ex premier tuttora versa soldi alle ragazze che partecipavano alle ragazze che partecipavano alle feste di Arcore e che sono state chiamate a testimoniare in aula. Il processo riprenderà con le arringhe dei legali il 3 giugno mentre la sentenza è prevista il 24 giugno. Ghedini e Longo dovranno contrastare quella che hanno definito «una richiesta di pena altissima». Per la procura sono stati provati entrambi i reati, concussione e prostituzione minorile anche se il primo con la modifica di legge del 2012 è stato modificato in «induzione a promette o a dare».

Ruby. Boccassini non ha dubbi. Karima ha fatto sesso con Berlusconi traendone vantaggio

E’ stata una requisitoria rigorosa quella di Ilda Boccassini: “Non vi è  dubbio che Karima El Mahroug. alias Ruby, abbia fatto sesso con  Silvio Berlusconi e ne abbia tratto vantaggio”. Così  ha detto il  procuratore aggiunto di Milano durante il processo al  tribunale di Milano che vede imputato  Berlusconi per  concussione e prostituzione minorile.

Per questo motivo,  secondo il pm, Berlusconi intervenne sulla Questura di Milano  la notte tra il 25 e il 26 maggio 2010 per far rilasciare la  ragazza, fermata per furto, inventando la «colossale balla»
che si trattava della nipote dell’allora presidente egiziano  Hosni Mubarak. Per avvalorare la sua tesi, secondo Ilda  Boccassini «si sarebbe costretta a mentire una testimone  (ovvero Miriam Loddo, ragazza che frequentava ad Arcore,  ndr)» e anche Valentino Valentini (stretto collaboratore di  Berlusconi) «mente» nel riferire della vicenda.

 Un ulteriore  vantaggio che Karima El Mahroug, detta Ruby, avrebbe tratto  dai suoi rapporti on Berlusconi è economico. Secondo quanto  affermato in aula dal pm Ilda Boccassini, la ragazza avrebbe  ricevuto dall’ex premier 5 milioni di euro. La somma secondo  il magistrato sarebbe compatibile con le uscite registrate  dal conto personale di Berlusconi gestito dal ragioniere  Giuseppe Spinelli. Stando agli accertamenti fatti, da quel  conto nel 2009 sono usciti più di 7 milioni di euro in  contanti e nel 2010 più di 12 milioni di euro. Da un appunto  trovato alla ragazza nel corso di una perquisizione e da  alcune intercettazioni telefoniche Karima fa più volte  riferimento alla somma dei 5 milioni che le sarebbero stati  promessi da Berlusconi, il magistrato ipotizza quindi che  tale somma sia stata effettivamente corrisposta.

Il sogno di Ruby
Insomma per la Boccassini  Berlusconi è colpevole. Berlusconi, ricostruisce il pm, non poteva non sapere che Karima fosse minorenne, dal momento che Fede ne era a conoscenza: «Possiamo immaginare che una persona con cui aveva un rapporto di fedeltà come Fede non avesse detto a Berlusconi che aveva introdotto ad Arcore una minorenne?». E ancora, per il pm «non c’è dubbio che Ruby avesse fatto sesso con l’imputato e ne aveva ricevuto benefici».
La ragazza, dal canto suo, è stata «vittima del sogno italiano» in negativo, quello che hanno «le ragazze delle ultime generazioni» i cui unici obiettivi sono «entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi»: «Difficile poter credere che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuole dire far ridere clienti stupidi». Ruby, secondo Ilda Boccassini, «è una giovane di furbizia orientale», «non ha come obiettivo il lavoro, la fatica, lo studio ma accedere a meccanismi che consentano di andare nel mondo dello spettacolo, nel cinema».
Al centro del «sistema» Arcore tre organizzatori: Fede, Mora e Minetti. Quest’ultima si barcamenava in «un doppio lavoro»: «Siamo di fronte a una rappresentante delle istituzioni che aveva un doppio lavoro – dice ancora il pm – consigliera regionale alla luce del sole e, non alla luce del sole, gestire le case delle ‘olgettinè».  Dalla ormai famosa notte di Ruby in Questura deriva quindi per Berlusconi l’accusa di concussione «perchè abusando della sua qualità ha fatto in modo che la minore ricevesse un indebito vantaggio non patrimoniale consistente nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo della polizia e per sè che non si disvelasse quanto accadeva nelle serate di Arcore».  Quindi Boccassini, che parla di un «apparato militare» per
nascondere la verità, passa in reassegna le ragazze «sfilate» nell’aula del processo dopo avere frequentato la residenza di Berlusconi: «Extracomunitarie, prostitute, ragazze di buona famiglia anche con lauree, persone che hanno un ruolo nelle istituzioni e che pure avevano un ruolo nelle serate di Arcore, come la europarlamentare Ronzulli e la europarlamentare Rossi».

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