Iosefa Idem si difende, non faccio la commercialista e non mi dimetto

ROMA –  Il ministro a Pari opportunità, Sport e Giovani Iosefa Idem, finita nella bufera politica per la sua casa-palestra di Ravenna, ha organizzato una conferenza stampa per chiarire la sua posizione.  «Intervengo ora, sulla base di fatti concreti e non di ipotesi, chiacchiere, libere interpretazioni o documenti sparpagliati qua e là».

Così è cominciata la conferenza stampa del ministro a palazzo Chigi. «Le parole sono come pietre e questa volta sono state pietre scagliate con brutalità e inaudita violenza. Mi hanno dato della ladra e della puttana. Mi hanno detto ‘Sefi la furbetta dell’Imù: sefi mi chiamava mia sorella da piccola, così mi possono chiamare gli amici ma non le persone che mi vogliono denigrare, penso che la mia storia parli per me» ha proseguito il ministro, ricordando le tante vittorie come canoista. «Ho fatto l’atleta per una vita, mi sono allenata tantissimo, otto ore al giorno, quando facevo solo l’atleta stavo fuori per lunghi periodi, non credo che si possa immaginare quanta stanchezza si accumuli».

E poi:  «Per come sono riuscita a ricostruire la vicenda, sui lavori edili ci sono state alcune irregolarità e ritardi. Me ne scuso e me ne assumo le responsabilità come ogni cittadino e sanerò quello che si dovrà sanare». «Non ho imparato a fare la commercialista, il geometra o l’ingegnere. Pertanto, visto il peso del mio lavoro e le assenze dovute alla mia attività, ho delegato tutte le questioni relative a dei professionisti, con un’indicazione chiara: ‘Voglio che sia fatto tutto a regola d’arte e nel rispetto assoluto della leggè», ha affermato Idem.

Alla fine il ministro ha detto chiaramente di non aver nessuna intenzione di dimettersi: “Data l’irrilevanza delle questioni, io credo che in Germania nessuno si sarebbe dimesso per una cosa del genere e quindi non intendo farlo qui”. Alla fine il ministro Idem, dopo alcune domande dei giornalisti ha lasciato la sala stampa, lasciando il suo avvocato a rispondere alle domande che i giornalisti stavano continuando a porre.

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