Cancellieri trasferisce il direttore del carcere Massari e lancia amnistia e indulto

ROMA – Continuano ancora le polemiche sui detenuti evasi durante la licenza premio. Un primo provvedimento arriva dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che trasferisce il direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo.

A confermarlo è lo stesso ministro: “Le sue dichiarazioni sono state sicuramente temerarie – ha rilevato il Guardasigilli – il carcere era in possesso di tutti gli elementi sulla storia del detenuto. Da parte del direttore c’è stata leggerezza e ha gettato allarme tra la popolazione e discredito sulle istituzioni». Sul magistrato di sorveglianza che ha concesso il permesso premio a Gagliano, invece, al momento non ci sono sviluppi: «Stiamo verificando, l’istruttoria è in corso», ha concluso il Guardasigilli. 

Ma suscitano polemiche anche la nuova ipotesi di ricorso all’amnistia e all’i indulto, per rispondere all’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul sovraffollamento carcerario. “Un buon viatico per la riforma del sistema penale e penitenziario cui legislativo ed esecutivo stanno concordemente concorrendo”, ha detto in Commissione Giustizia al Senato, il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri.

Un provvedimento di amnistia per tutti i reati punibili con pena edittale massima fino a tre anni, riferisce il Guardasigilli in Commissione, «determinerebbe un abbattimento delle pendenze effettive nell’ordine del 25-30% (secondo le rilevazioni ministeriali: tra i 266.720 e i 308.966 processi su un totale di 993.942)». La misura alleggerirebbe soprattutto gli uffici dei Giudici di pace e dei giudici monocratici. Un provvedimento di amnistia, come nota la Cancellieri, sarebbe utile al funzionamento della macchina della giustizia, che «trarrebbe certamente giovamento da un alleggerimento del carico dei procedimenti penali minori in corso di definizione, ma non sulla popolazione carceraria». A questo scopo sarebbe necessario un provvedimento di indulto analogo a quello approvato dal Parlamento nel 2006.

 

Al netto di eventuali eccezioni «un indulto nella misura di tre anni – spiega il Guardasigilli – consentirebbe l’uscita dal carcere di circa ventitremila dei quasi trentanovemila detenuti in esecuzione di pena definitiva». «Con una riduzione di presenze in carcere di circa ventimila unità, il nostro sistema penitenziario tornerebbe in equilibrio con la capienza regolamentare ed effettivamente disponibile», rispondendo alla richiesta del Capo dello Stato. Il ministro della Giustizia si è soffermato sulle misure contenute sul disegno di legge 925 materia di pene detentive non carcerarie e messa alla prova, attualmente in attesa di essere esaminato dal Senato, e sugli altri disegni di legge all’ordine del giorno alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama e in discussione alla Camera. «Il quadro complessivo è ambizioso e, io spero, fruttifero – ha sottolineato Cancellieri – Realisticamente, con le misure delineate per via ordinaria, possiamo arrivare a prevedere entro la fine del prossimo anno una significativa riduzione del gap tra ricettività delle istituzioni penitenziarie e presenze in carcere, almeno nell’ordine del 50%. Al Parlamento resta poi la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa».

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