Decreto Energia. Tagli alle rinnovabili, stop all’autoproduzione, soldi pubblici a progetti di rigassificatori falliti

Legambiente: “Il Governo Renzi blocchi il provvedimento che va contro gli interessi di famiglie, imprese e clima”

ROMA – “Tagli retroattivi agli incentivi per il solare fotovoltaico anche per famiglie e agricoltori, tasse sull’autoproduzione da nuovi impianti da fonti rinnovabili anche senza incentivi, ma pure soldi pubblici presi dalle bollette per salvare il fallimentare progetto di rigassificatore a Livorno: “I contenuti del provvedimento che il Governo dovrebbe approvare nei prossimi giorni, anticipati ieri dal Ministero dello Sviluppo economico, per mantenere la promessa di riduzione del 10% delle bollette alle piccole e medie imprese vanno in una direzione esattamente contraria agli interventi di cui il Paese avrebbe bisogno – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Cambiano i Governi ma non le scelte contro le fonti rinnovabili. Le proposte del Ministro Guidi che dovrebbero consentire di tagliare le bollette delle piccole e medie imprese sembrano avere come unica prospettiva quella di fermare la crescita delle rinnovabili e di aiutare i grandi gruppi energetici in crisi”.

Legambiente sottolinea infatti come questa riduzione delle bollette per le piccole e medie imprese genererebbe vantaggi, anche in termini di  riduzione delle bollette, di gran lunga inferiore di quelli possibili con una seria strategia di efficienza energetica che riguardasse sia i consumi elettrici che quelli termici e attraverso interventi capaci di spingere l’autoproduzione da fonti rinnovabili. A confermare quanto le rinnovabili siano oggi la prospettiva energetica più interessante per il Paese sono del resto i dati della produzione del mese di Aprile, quando hanno raggiunto il dato record di 43,7% di produzione rispetto ai consumi elettrici.

“Chiediamo al Governo di fermare un provvedimento sbagliato nel merito delle scelte e nel messaggio che viene inviato alle famiglie e alle imprese – ha continuato Zanchini – perché l’Italia avrebbe tutto l’interesse a investire nelle fonti rinnovabili per ridurre importazioni di fonti fossili e spesa energetica. Tutti condividiamo la necessità di ridurre la spesa energetica, e per questo riteniamo non accettabile che si scelga una strada che va solo nella direzione degli interessi dei grandi gruppi energetici legati alle fonti fossili”.

Legambiente propone al Governo Renzi di aprire finalmente un confronto sul futuro energetico del Paese per incentrarlo su una prospettiva di economia low carbon e di generazione distribuita da fonti rinnovabili e efficienti. Perché in questa direzione occorre spingere, e non fermare come propone il Decreto, l’autoproduzione da fonti rinnovabili, attraverso interventi che permettano lo scambio sul posto,  la gestione di reti e la vendita diretta di energia da parte di cooperative e Esco oltre a interventi trasparenti sui tanti sussidi fossili o impropri in bolletta su cui il Decreto prova a di intervenire senza il necessario coraggio.

“Servono interventi che aiutino imprese e famiglie a investire nell’efficienza e nell’autoproduzione di energia attraverso le fonti rinnovabili – ha concluso Zanchini -. Una direzione di questo tipo non solo determinerebbe risultati immediati in termini di riduzione di spesa energetica e importazioni, ma permetterebbe anche di creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro in Italia”.

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