Caso Ruby. Il Pdl vuole introdurre norma per impedire il processo

ROMA – C’era da aspettarselo ed infatti sta avvenendo. Gli “sherpa” del magnate di Arcore introdurranno a breve una norma che impedisce lo svolgimento di un processo quando, intorno al medesimo, c’è una richiesta di ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione. Esattamente quello che prevede la mozione parlamentare già approvata sul caso Ruby. Gli “sherpa” volevano introdurre la norma già nella legge su l processo breve – approvata due giorni fa dalla Camera – ma poi hanno avuto un ripensamento perché Napolitano avrebbe potuto negare il suo consenso al provvedimento per disomogeneità con il resto della legge in materia di prescrizione. Ma ora l’intento è quello di allegare la norma nel corpo del disegno di legge, in discussione al Senato, sul “processo lungo” (una serie di modifiche del codice di procedura penale che obbligheranno le Corti ad accettare la lista dei testimoni presentati dalle difese e a impedire che le risultanze di altri procedimenti passati in giudicato possano valere come prova).

Se l’ennesima norma ad personam dovesse essere approvata, il tribunale di Milano dovrebbe sospendere il processo a Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile ed attendere il responso dei giudici costituzionali, che non si avrebbe prima di 12-15 mesi, il tempo, cioè, di completare la legislatura. Ancora una volta, Berlusconi uscirebbe anzitempo da un processo, avendo messo a punto gli strumenti per rendere impossibile il giudizio e i suoi gerarchi potrebbero continuare ad asserire in televisione che “tutti i processi contro il premier sono finiti con un’assoluzione”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe