Opposizione all’attacco di Berlusconi: “Eversivo”, “Delirante”, “Farneticante”

ROMA – «Eversivo», «delirante», «insultante», «farneticante». L’opposizione va all’attacco di Silvio Berlusconi. E contrappone ai toni duri usati dal premier nel corso di una convention organizzata dal ministro Brambilla, accuse altrettanto pesanti. «Intervenga il presidente della Repubblica, prima che si passi dalla farsa berlusconiana alla tragedia mussoliniana», chiede Antonio Di Pietro. Il capo dello Stato segue con attenzione l’evolversi dello scontro politico ma non interviene, al momento tace.

Non entra certo nel merito dello scontro politico quotidiano. Ma esprime le sue posizioni – si ricorda in ambienti del Quirinale – quando è chiamato ad esercitare le sue prerogative istituzionali. Del resto, spiegano fonti parlamentari dell’opposizione, non è neanche necessario che parli: ancora di recente, e in più occasioni nelle ultime due settimane, Napolitano ha lanciato moniti chiari alla politica e al governo sulla necessità di assicurare la governabilità, le riforme condivise, di abbassare i toni dello scontro. E le dichiarazioni di oggi del premier, sottolineano ancora le medesime fonti, non possono non aver messo in grande preoccupazione il presidente della Repubblica. Nei mesi scorsi Napolitano aveva indicato nella Costituzione il faro cui guardare e detto no a «tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici». E appena qualche giorno fa indicava «l’unità nazionale e la coesione sociale e istituzionale» come «condizioni per il successo concreto delle riforme necessarie nel nostro Paese». Ma le parole di Berlusconi, osservano in tanti, non vanno certo in questa direzione. Anzi. L’opposizione perciò reagisce compatta. E protesta sonoramente contro le ennesime uscite del premier contro la magistratura, la sinistra e anche la scuola pubblica.

Un ex alleato come Italo Bocchino (Fli), descrive il premier già in campagna elettorale: «La lettura dei sondaggi sulle amministrative di Milano sta facendo saltare i nervi a Berlusconi e gli sta facendo prendere una deriva pericolosa per la tenuta del sistema politico e delle istituzioni. Il vero eversore è Berlusconi», aggiunge il vicepresidente di Fli. Dall’Udc il segretario Lorenzo Cesa, dice caustico che «il premier ha perso completamente il controllo». Mentre il Pd esprime parole molto dure con la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, che definisce il Cavaliere «eversivo»: «Berlusconi – sottolinea – continua con il suo delirio irresponsabile». Il segretario Pier Luigi Bersani, preferisce non replicare direttamente e guarda oltre «l’ignobile stupidario quotidiano» propinato da Berlusconi. «Sconfiggere il populismo della destra al governo è un’esigenza nazionale», perchè «non può produrre riforme, ma solo disgregazione» e far «rotolare verso il basso» il nostro Paese, rileva. Perciò, invita a non pensare che il problema si risolva «in un’ora X» con la cacciata del presidente del Consiglio e rilancia una «riforma repubblicana, della democrazia rappresentativa».

L’uscita del premier mette oggi in sordina il dibattito aperto dalla proposta bipartisan di Walter Veltroni e Beppe Pisanu di un «governo di decantazione», per avviare una serie di riforme, a partire da quella della legge elettorale. Sul tema interviene, con una stroncatura, anche il presidente del Senato, Renato Schifani: «I governi li scelgono gli elettori, nel rispetto delle prerogative intangibili del capo dello Stato». Mentre la proposta divide il Pd. Da un lato c’è chi, come Dario Franceschini, ritiene l’ipotesi «auspicabile di fronte ad un’emergenza democratica». Dall’altro lato, c’è chi, come Rosy Bindi, la boccia: «Non mi pare proprio che ci siano le condizioni. Anche perchè per noi resta fermo che per pensare a ciò ci deve essere prima un passo indietro di Berlusconi, che non mi pare affatto intenzionato a farlo», dice il presidente dei democratici.

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