Riforme. Accordo per nuovo Senato. Lega presenta 82 milioni emendamenti

ROMA – E’ stato raggiunto nella notte l’accordo nella maggioranza del Pd, con la minoranza dem che ha fatto un passo indietro trovando una mediazione interna. Sono stati quindi depositati i tre emendamenti al ddl Boschi firmati da Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama.

Saranno dunque i cittadini a scegliere i futuri senatori. Oltre alla questione relativa all’elettività dei senatori sono stati  affrontati anche i temi riguardanti le funzioni del Senato e dei giudici costituzionali. Per quanto concerne quest’ultimo punto torna al Senato la funzione di eleggere i due giudici della Consulta. E’ quanto stabilisce il terzo emendamento  Nella lettura alla Camera, era stata tolta al Senato questa funzione. Ora alla futura Camera delle autonomie viene riassegnato il ‘compito’ di eleggere due giudici della Corte Costituzionale.  “La Corte Costituzionale – recita il testo dell’emendamento – e’ composta da 15 giudici, dei quali un terzo nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle Supreme Magistrature, ordinaria ed amministrativa, tre dalla Camera dei Deputati e due dal Senato della Repubblica”. Inoltre, coerentemente al superamento del bicameralismo perfetto, nei giudizi d’accusa contro il Capo dello Stato i 16 membri tratti a sorte “da un elenco di cittadini”, devono avere i requisiti per l’eleggibilità a deputato, e non più’ a senatore. 

Nel frattempo  è  ripresa al Senato la discussione generale sulla riforma costituzionale. Il dibattito andrà avanti per tutto il giorno. Sono stati presentati dai vari gruppi parlamentari gli emendamenti per l’Aula, che verranno ora passati al vaglio degli uffici per permettere al presidente Pietro Grasso di esprimere il suo parere sull’ammissibilità.

La Lega intanto ha presentato una valanga di emendamenti sulla riforma del Senato, 82 milioni. Insomma stavolta Calderoli ha battuto  se stesso con questo record.  “Sono 82.730.460 i miei emendamenti alla Riforma costituzionale. Non ho sentito nessuno della maggioranza avevo segnalato che li avrei presentati”. Così il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha risposto ai giornalisti a palazzo Madama dopo aver annunciato la presentazione della valanga di emendamenti da guinness dei primati. Si tratta di 200 emendamenti cartacei e il resto su dvd.

il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti ha risposto a Calderoli: “”Non agiamo sotto ricatto, quello che non ha capito Calderoli è che la politica è fatta di sintesi e di intese”. L’esponente del governo aggiunge che “è Calderoli che non si è fatto sentire, io sono ancora in attesa di una sua telefonata per una sua proposta. Aveva detto che aspettava di sentire Roberto Maroni e noi ancora aspettiamo lui. E’ il regno dell’assurdo, aboliamo Calderoli”.

I senatori del M5S hanno invece depositato 200 emendamenti al ddl Boschi. Oltre ai 100 che erano già stati presentati in commissione Affari Costituzionali ne hanno aggiunti altri 100 ad hoc per l’esame in Aula del provvedimento.

Intanto sui tre emendamenti presentati dalla maggioranza arriva subito il commento del Ministro Maria Elena Boschi: “C’è tempo, vediamo. Gli emendamenti si presentano e si ritirano. Abbiamo lavorato sui testi”. 

Mentre in una nota Gianni Cuperlo, della minoranza Pd afferma: “Una buona riforma della Costituzione è il traguardo di tutti. Il testo degli emendamenti all’articolo 2 proposti stamane a Palazzo Madama è una soluzione che garantisce il diritto dei cittadini a scegliere i senatori senza annullare i pilastri dell’impianto. Adesso facciamo un passo in più. Ragioniamo sul coinvolgimento dei governatori e dei sindaci delle città metropolitane come chiesto ancora in questi giorni da Chiamparino, Rossi e alcuni di noi che sul punto avevano presentato degli emendamenti”.

Positivo anche il commento del senatore del Pd Vannino Chiti che dichiara:”Sono soddisfatto che si sia raggiunta una mediazione degna – aggiunge l’esponente dem – i senatori saranno sindaci e consiglieri regionali, ma saranno i cittadini a sceglierli”. “Tornano – spiega – nella competenza del Senato funzioni di rilievo relative al controllo delle nomine pubbliche, alle nomine dei giudici della Corte Costituzionale, al ruolo nelle politiche europee e nei confronti del sistema delle autonomie, che rendono il nuovo Senato un’istituzione non irrilevante. Come si vede, il bicameralismo paritario si può superare salvaguardando pienamente il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni”.

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