Caso Fassina. Fico del M5S, nessuna alleanza neanche al ballottaggio

ROMA – Non si placano gli interventi sul caso di Stefano Fassina, il quale ieri ha avanzato l’ipotesi di un candidato del M5S a sindaco di Roma sostenuto dalla formazione di Sinistra Italia.  ”Il Movimento 5 stelle può accettare convergenze sui temi una volta eletti nelle sedi costituite, ma non fa alleanze.

Di nessun tipo. Di certo, non per spartirsi le poltrone”, tuona Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai ed esponente di spicco del direttorio M5S. “Penso che Fassina, D’Attorre e coloro che hanno deciso di staccarsi dal Pd abbiano fatto bene, ma credo anche che siano in un ritardo micidiale”, sottolinea Fico. “Oggi il partito democratico è un partito di centro, il cosiddetto partito della nazione, schiacciato su se stesso e sul suo leader”. “Se vale quello che dicono in aula, se le loro idee sono quelle che professano, non potevano restare in un partito che si occupa solo di questioni vicine ai potenti, che è disposto a fare alleanze con chiunque – perfino con Denis Verdini – pur di sopravvivere”. 

Tuttavia Fico giudica “creare l’ennesima ‘cosa di sinistra’” un po’ “anacronistico”. “Le persone possono votare quello che vogliono se il programma le convince, ma questo non ha niente a che fare con alleanze elettorali”, chiarisce. Il Movimento corre da solo: “Non abbiamo mai cercato apparentamenti ai ballottaggi, non è così che lavoriamo”.  

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