A Bose prove del “terzo polo”. La strana “economia” del PD

BIELLA – Prove di “centro” al Monastero di Bose. Si è chiusa ieri la due giorni titolata “La crescita felice. Quale sviluppo economico per quale welfare”. Presenti al convegno, organizzato dall’associazione Argomenti 2000, Rosy Bindi, Pierluigi Castagnetti, Pierpaolo Barretta, Luigi Bobba, Mauro Marino, nell’indifferenza dell’informazione istituzionale del PD, forse per una eccessiva deriva al centro, ipotizzabile già prima dell’inizio dei lavori.

In apertura, l’intervento del Priore di Bose, Enzo Bianchi: la sobrietà è l’unico modo “per conciliare giustizia e solidarietà, curando i legami con le generazioni future nell’ottica di una equa distribuzione delle risorse”; in sintonia Rosy Bindi sull’obiettivo per la politica di “ convincere tutti che un mondo più sobrio non fa male a nessuno, nemmeno ai più ricchi”.
Interventi di Alessandro Profumo ed economisti come Luigi Pasinetti e Laura Pennacchi sul maggior coinvolgimento dei privati nella realizzazione delle grandi opere, motivazione per i lavoratori e tassazione in base a criteri di equità in un mercato più libero.

Un ritorno al “centro”: per usare ancora le parole di Enzo Bianchi, “Ora non si tratta di ritornare indietro, ma di tornare al centro sì, all’asse che permette alla politica di rendere possibile ciò che è giusto, ciò che è doveroso, ciò che è necessario al “benessere” autentico, di tornare all’asse su cui economia di mercato e solidarietà, competitività e coesione sociale possono interagire ed essere coerenti con la ricerca della qualità della vita umana e della convivenza sociale ”. Se questa è la nuova agenda politico-economica,  non si vede altro che il già trito elenco della proposta programmatica di Varese del 2010. Il rilancio economico passa attraverso un nuovo welfare, le risorse pubbliche, ottenute, principalmente dalla tassazione generale, vanno indirizzate, per finanziare, non le agenzie di welfare, ma i soggetti fruitori dei servizi. Finanziando chi domanda i servizi si aumenta la loro responsabilità e il protagonismo della società.

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