ROMA – Non sono trascorse nemmeno 24 ore dall’approvazione al Senato della Manovra (oggi voto finale alla Camera ndr) e la pioggia di critiche non si placa. Dall’opposizone si leva la voce del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, che in un’intervista rilasciata a La Repubblica tuona: “Berlusconi deve andare a casa.
Ha preso una strada sbagliata e siamo all’ultimo tornante. Se il guidatore insiste nel tenere il volante, andiamo a sbattere”. Una metafora che a dirla tutta calza a pennello con la condizione in cui l’Italia è precipitata. Adesso Bersani ipotizza sia la possibilità di andare a elezioni che quella di avviare un passaggio di transizione per fare una nuova legge elettorale e imbastire le riforme.
Bersani – si legge – ha assicurato che da parte del suo partito non ci sarà nessun tipo di collaborazione alla manovra.
“Si tutelano gli evasori delle quote latte – ha detto – ci si spaventa per una lettera dell’Ordine dei notai e si fa pagare il ticket alla gente normale. Una vergogna”.
“Inoltre, la manovra , sempre secondo Bersani, colpisce i ceti medi, sega le autonomie locali, non mette niente sul tema della crescita, non disturba in modo significativo chi ha di più.
I tagli lineari sulle detrazioni fiscali si rivolgono a chi paga le tasse. E quelli che non le pagano? Ne stanno fuori”.
Se venisse chiamato in causa il Pd per governare, secondo Bersani, sarebbero garantiti i saldi ma cambieremo l’asse di questa manovra e la prima mossa sarebbe quella di togliere il ticket. Il segretario lancia un appello ai responsabili del Paese, intendendo l’opinione pubblica, gli intellettuali e gli imprenditori perchè è il momento di dire basta . Infine, sull’incontro con Mario Draghi, Bersani, pur non rivelandone i contenuti fa sapere che l’obiettivo è trovare la risposta per far vedere al mondo che in Italia si può invertire la rotta e dare nuovo impulso alla crescita”.
Bisognerà attendere oggi il voto finale alla Camera per osservare l’intensità di questa battaglia politica, che c’è da augurarsi trovi un’opposizione unita dagli stessi intenti.