P4 Alfonso Papa. Sì secco della Camera all’arresto. No del Senato per Tedesco

ROMA – Oggi la Camera ha detto sì all’arresto di A. Papa deputato Pdl e magistrato sospeso, indagato nell’inchiesta P4, dalla Procura di Napoli, con l’accusa di estorsione e concussione. Il voto, a scrutinio segreto aggressivamente difeso dall’On. Cicchito, suona come il tentativo in extremis di sopravvivenza della casta e del governo. Intrinseca per molti l’auto conservazione. Parola d’ordine difendere privilegi e vizi. La richiesta è stata accolta per 319 voti a favore e  293 a sfavore dell’arresto.

Al Senato per A. Tedesco
Scrutinio segreto anche al Senato. Presieduto dal Sen. R. Schifani, l’aula ha respinto la richiesta della procura di Bari per l’arresti domiciliari con 151 voti sfavorevoli e 127 favorevoli di cui 11 astenuti.

Pdl e lega salvatori di A. Papa
Dopo ripetuti cambi di direzione, ieri sera il senatore U. Bossi preannunciava la giusta formula per salvare capra e cavoli, cioè fra la base e la tutela delle poltrone parlamentari. Infatti, l’ultima dichiarazione annunciava un secco sì per l’arresto di Papi, ma al contempo lasciava i deputati liberi di votare secondo coscienza. I padani, con solito doppio gioco, ufficialmente si distanziano  dal Pdl, ma al contempo, attraverso il voto anonimo, confermo sussistenza a se stessi e al governo. Chi predica bene razzola male è così espresso da D. Franceschini: “Colleghi della Lega, siate voi a dire di no al voto segreto che coprirà la vostra ipocrisia di cui i padani non si dimenticheranno”.

Nel segreto dell’urna
Fino all’ultimo l’incognita fra voto palese e non. L’anonimato offriva la possibilità di sovvertire le dichiarazioni a  telecamere accese. Per questo, A. Di Pietro, ha chiesto a gran voce il voto palese per Papa minacciando di divulgare i nomi dei parlamentari che si nascondono.  A tale proposito, Pd e Idv hanno concordato il metodo di votazione per garantire la massima inequivocabilità dell’espressione, che è eseguito con l’indice della mano sinistra.

Fumus persecutionis.
A discolpa di A. Papi il “fumus persecutionis” (parvenza di persecuzione), cioè la persecuzione politica di un deputato, nel dibattito è stata più volte smantellata. La teoria del complotto che vede per dieci anni, A. Papa, oggetto di attenzioni della magistratura, non coincide per l’inattività difensiva del Papa stesso. Difatti, discorda che il Papa magistrato, innocente e perseguitato, non abbia operato per dimostrare, da subito, la sua estraneità ai fatti.

L’intervento del Senatore Alberto Tedesco
Nel frattempo al Senato si giocava un’altra partita per il Senatore Tedesco (G. Misto). Il suo intervento, breve e conciso ha sostanzialmente offerto piena disponibilità alla magistratura, senza sottrarsi. Dopo alcune puntualizzazioni, ha chiesto serenamente al Senato di rispondere positivamente alla magistratura barese, utilizzando il voto palese, in totale trasparenza, mettendoci le facce. A. Finocchiaro (Pd) ha infatti raccolto, annunciando che il Pd compattamente avrebbe votato a  favore dell’arresto del Sen. Tedesco (ex Pd ora G. Misto).

La difesa di A. Papa
L’intervento di A. Papa ha puntato sull’innocenza, che ripetutamente è stata rimarcata con  le parole libertà, innocenza, tranquillità e serenità, ripetute assiduamente. Una difesa sostanzialmente debole e inconsistente che conclude rimettendosi al voto della camera e della comprensione dei deputati.

 

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