Ma quanto costa un voto di fiducia?

ROMA – Ma la fiducia non è forse qualcosa che si conquista? Etimologicamente è una “sensazione” di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa. In Italia la “sensazione” è fatta di denaro contante, pardon, sonante… insomma nel Bel Paese la fiducia si compra.

E Mister B questo lo sa bene tant’è che ancora una volta ostenta sicurezza e pronuncia «nessun passo indietro!». Perché a questo governo «non c’è alternativa»; la maggioranza «è coesa» e le elezioni anticipate non risolverebbero i problemi del Paese. Ma se il governo perdesse la maggioranza alla Camera, allora non ci sarebbero alternative: «la parola deve tornare agli elettori». Ed il messaggio è chiarissimo «attenti- ha detto il Premier oggi in un messaggio ai suoi- se io vado a casa non è detto che voi sarete ricandidati». Ma alla domanda: Presidente avrà la fiducia domani? «Sì, vorrei vedere…», ostenta ottimismo sorridente Silvio Berlusconi entrando in Aula per il suo discorso. Eppure il Cavaliere e la maggioranza qualche problema con il pallottoliere lo hanno se, come confida un esponente di vertice del Pdl «fino a questa mattina si è presa in considerazione l’idea di far slittare il voto di fiducia a inizio settimana perché ci mancava un voto, ma poi l’allarme è rientrato». Il CdM è stato convocato domani per varare un nuovo ddl sul rendiconto «a fiducia rinnovata», come riferiscono diversi ministri. Ma si fanno e rifanno i conti e si compulsano i numeri forniti da Denis Verdini, che gira in Transatlantico dicendo «abbiamo tra i 316 ed i 320 voti». Un direttivo è in corso al gruppo del Pdl anche per “incrociare” i dati (o forse le dita questa volta) e chi ha parlato con il premier riferisce che «lui si mostra tranquillo, ma ci ha detto che personalmente nel pomeriggio farà delle telefonate». E c’è da giurarci che il voto “all’asta” farebbe impallidire persino Sotheby’s.

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