ROMA – Questa legislatura verrà sicuramente ricordata per i cambi repentini attuati dagli onorevoli deputati per passare da una fazione politica ad un’altra, dalla maggioranza all’opposizione e viceversa.
Anche Gabriella Carlucci ha lasciato il Pdl: “Ho cambiato la mia vita, con grandi sacrifici familiari perché ho creduto nella politica – spiega la Carlucci in una nota – , ma non in quella che da qualche tempo non riesce ad occuparsi di quanto drammaticamente sta accadendo e ritengo che un governo di larghe intese possa essere l’unica soluzione per salvare il Paese”. “Aderisco all’Udc, partito che fa parte del Ppe, perché spero che i moderati possano trovare nuove strade”,
Insomma c’è poco da sorridere. Siamo nel Paese dove spira un tagliente vento di cambiamento, in cui ognuno per interessi personali o forse, ma forse, perchè crede che indossare una casacca di un colore politco diverso possa veramente cambiare le cose in questo Paese martoriato, pensa di essere meglio degli altri.Della serie evviva la coerenza.
Tutti chiaramente invocano il cambiamento e a dirla tutta, non dispiace che gli stessi fedelissimi di Berlusconi siano consapevoli di chi è il loro leader, anche se questa presa di coscienza arriva un po’ tardiva.
Una cosa è certa. Ora che la nave del Pdl imbarca acqua dappertutto e sprofonda negli abissi marini tutti si preparano a gettarsi. Ma non nelle acque gelide. C’è sempre un posto nella scialuppa di salvataggio. Qualunque essa sia.