Tav. Monti: “La grande opera si farà”. Movimento: “Il premier eviti prove di forza”

ROMA – Situazione paradossale sul fronte della Tav. Nonostante le tante voci che si sono sollevate contro la realizzazione della Torino Lione, molte delle quali rimaste inascoltate, il governo ha deciso.

Lo ha fatto in nome del popolo italiano anche se nessuno lo ha eletto. “Noi siamo a favore del dissenso, che è legato alla libertà di espressione, ma contro ogni forma di violenza”, ha dichiarato il premier Mario Monti, al termine del vertice del governo sulla Tav e le proteste degli ultimi giorni. E poi Monti senza batter cgilio ha confermato l’impegno dell’Esecutivo per la realizzazione della Tav che lui definisce “una grande opera”, che consente di “non staccare la penisola dall’Europa” e che inoltre garantisce la “possibilità di occupazione direttamente sul territorio e non solo”. E’ un’occasione per superare “disagio sociale, soprattutto nei giovani”.Inoltre, “si dimezzano i tempi di percorrenza da Torino a Chambery e da Milano a Parigi, da 7 a 4 ore”.

Dall’altra parte della barricata il movimento risponde: “Monti ha detto un sacco di cose roboanti e ha mostrato i muscoli. Gli vogliamo bene. Ma eviti le prove di forza con noi. Non servono”. Questo il commento del leader del movimento No-Tav, Alberto Perino, a proposito delle dichiarazioni di Monti al termine del vertice a Palazzo Chigi sull’Alta Velocità. Rivolgendosi direttamente al premier, Perino ha aggiunto: “Pensaci bene, prima di buttare soldi dalla finestra per il Tav. Se vuoi farci ginnastica su e giù per la Valle -ha detto ironicamente- noi siamo pronti”.

Dubbi sul progetto
Intanto sul piano politico qualcuno inizia a nutrire qualche dubbio. Almeno in apparenza. Come il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che a differenza del suo collega Massimo Donadi che oggi in un comunicato aveva affermato che la Tav è un’opera che va fatta, chiede al governo  di costituire con la Ue un tavolo tecnico per valutare l’opportunità del progetto Tav in Val di Susa, vecchio di oltre 20 anni.
Un vero e proprio appello al governo affinché apra a un “confronto tecnico sul merito dell’ opera” è arrivato da numerosi esponenti della società civile, della cultura e della politica, tra i quali Don Ciotti, il governatore della Puglia, Vendola, il sindaco di Napoli, De Magistris, e quello di Bari, Emiliano.
Alla proposta di Vendola replica il capogruppo del PdL alla Camera, Cicchitto: “Una moratoria per la Tav è una proposta irresponsabile che cede agli estremisti e agli eversivi. Sarebbe una resa dello Stato”.  E poi: “Bloccare tutto – ha aggiunto Cicchitto – sarebbe una vittoria delle forze destabilizzanti, un modo per darla vinta a chi gioca al tanto peggio tanto meglio e sarebbe un altro segno di distacco dell’Italia dall’Europa”. “Sulla Tav bisogna andare avanti, l’opera non ha alternative”, ha riferito invece il leader dell’Udc, Casini.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe