Bocchino vede il premier. Verso un Berlusconi-bis?

ROMA – Secondo “La Stampa”, Italo Bocchino e Silvio Berlusconi si sarebbero incontrati per concordare una crisi pilotata. Lo scenario disegnato dal quotidiano torinese prevede che Berlusconi dia le dimissioni prima del 14 per avere rapidamente un reincarico da Napolitano e formare il suo quinto governo, con un nuovo programma (che includerebbe una nuova legge elettorale) e l’allargamento della maggioranza a Casini.

Bocchino ha smentito l’incontro, che però è stato confermato dai principali collaboratori del premier. Secondo il deputato finiano “sono voci messe in giro per far saltare i contatti che effettivamente ci sono, ma non passano attraverso me: devono essere diretti tra Fini e Berlusconi”. Il premier si starebbe convincendo del fatto che fra Fini e Casini non tutta fila liscio come darebbero ad intendere. Fini sarebbe favorevole ad un Berlusconi-bis, quindi ad una “crisi pilotata”, mentre il leader dell’Udc sarebbe più propenso ad una crisi al buio. Il fatto è che nessuno dei due vuole le elezioni anticipate ma sono divisi sulla strategia da adottare per evitarle.

Per Berlusconi, l’ipotesi della crisi pilotata è il minore dei mali. Non vuole dimettersi perché teme che Napolitano cerchi un’altra maggioranza, alternativa a quella attuale, che porti al governo chi ha perso le elezioni. È il disegno del grande centro, preconizzato da Udc e da molti esponenti del Partito democratico. Rimane il fatto che, secondo voci di Palazzo Grazioli, i finiani sarebbero in difficoltà, anche se mostrano estrema sicurezza sulla sfiducia al premier, che sarà votata il 14 dicembre.

Il dubbio principale che attanaglia il Cavaliere in queste ore è, però, un altro: ammesso che accetti un reincarico e un nuovo programma, per soddisfare le richieste finiane, chi lo assicura sul fatto che, una volta approvata la nuova legge elettorale, i centristi non lo abbandonino al suo destino, chiedendo nuove elezioni?

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