Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), il punto degli esperti sulle possibili cause

ROMA – Che cosa causa la sindrome da stanchezza cronica? Per un certo periodo di tempo ci sono state due principali ipotesi, quella di chi riteneva si trattasse di fatto di una malattia con cause psichiche e chi invece propendeva per attribuire la maggiore responsabilità ad una causa virare. Per molto tempo sotto accusa si è tenuto un retrovirus, l’XMRV ma recenti studi hanno smentito questa ipotesi. Un recente articolo pubblicato su Nature Reviev Neuroscience prova dunque a fare chiarezze sulle possibili ipotesi interpellando i 4 maggiori esperti di questa patologia ancora poco conosciuta e riconosciuta. Ne risulta che la componente psichiatrica sembra reale, il ruolo di infezioni virali e batteriche sembra evidente ma non esistono ancora le prove scientifiche. Di seguito i passi salienti delle interviste.

Infezioni virali e alterazioni immunitarie hanno un ruolo nell’eziologia della CFS?

“Secondo quanto sappiamo oggi della CFS – spiega Holgate, docente all’Università di Southempton – la sindrome ha un innesco ambientale o microbiologico, come l’esposizione ad agenti chimici o a un virus, ma i fattori psicologici e sociali sono importanti nella progressione della malattia. Gli interventi come la terapia cognitivo-comportamentale e di esercizi graduali hanno dimostrato di essere utile in parecchi pazienti”.
Komaroff, epidemiologo, spiega che per la maggior parte dei pazienti con CFS da lui valutati la sindrome è iniziata da un infezione, caratterizzata da sintomi respiratori, gastointestinali, mialgie, febbre, adenopatie.

 

“Molti studi clinici ed epidemiologici – racconta Komaroff – hanno descritto sintomi da stanchezza post-infettiva che si verificano in associazione con una grande varierà di agenti virali e batterici. Ci sono anche molti studi che mostrano uno stato di attivazione immunitaria cronica nei pazienti con CFS.”
Anche Simon Wessely, dell’Istituto di Psichiatria del King’s Colleg di Londra, concorda con la teoria dell’innesco virale. 
”L’evidenza che alcune infezioni hanno la capacità di innescare CFS è schiacciante – dichiara Wessely – Per esempio, c’è un rischio maggiore di sviluppare il CFS, dopo il virus di Epstein – Barr (che causa la mononucleosi) e in seguito ad altre infezioni comuni.”
Secondo Mangan, Office of Research on Women’s Health (Maryland, USA), non esistono invece prove che le infezioni virali o batteriche siano associate alla CFS. ” Ci sono molti articoli scientifici che sostengono di avere dimostrato una tale associazione – asserisce Mangan – ma nessuno è stato ufficialmente confermato dagli studi di controllo successivi”

La CFS hanno una componente psichiatrica e psicologica? Perché alcuni gruppi di pazienti rifiutano quest’idea?

Secondo Holgate le manifestazioni psichiatriche svolgono certamente un ruolo nella CFS, così come in altre malattie croniche invalidanti. Ci sono però degli altri fattori fisiopatologici non ancora identificati che possono essere coinvolti più direttamente.
Molti pazienti hanno l’impressione che i medici considerino la CFS solo una malattia psichiatrica o psicologica. Per Holgate la frustrazione dei pazienti deriva proprio dal mancato riconoscimento della loro condizione patologica, che è reale e non solo “mentale”.
”La malattia psichiatrica rimane uno stigma per la maggior parte delle persone – spiega Komaroff – e alcuni pazienti devono assolutamente resistere alla suggestione di essere affetti da una malattia psichiatrica. Nei pazienti affetti da CFS la malattia psichiatrica si sviluppa tipicamente dopo l’insorgenza della sindrome e può aggravare le sofferenze e richiedere uno specifico trattamento. In particolare si tratta di disturbi dell’umore e d’ansia, ma non ci sono prove che psicopatologie preesistenti conducano alla CFS”.
Secondo Mangan la componente psichiatrica della CFS è ancora da determinare ma la ricerca mostra effetti reciproci del sistema immunitario ed endocrino sul cervello e l’attività neuronale, offrendo possibili spiegazioni ai molti sintomi associati alla sindrome.

In conclusione la sindrome da stanchezza cronica è un disturbo del sistema nervoso centrale?

“La varietà si sintomi sistemici – spiega Holgate – rende difficile credere che la disfunzione primaria nei pazienti con CFS sia esclusivamente del sistema nervoso centrale, ma sicuramente esso ne è coinvolto ( basti pensare disturbi del sonno, deficit d’attenzione, anomalie cognitive, etc). La comparsa di sintomi psichiatrici può essere intrinseca al processo di malattia di base, e manifestazioni psichiatriche possono verificarsi in base ai sintomi cronici e disabilità funzionale associato alla malattia, come avviene in molte malattie croniche degenerative e infiammatorie. E’ chiaro che le manifestazioni neurologiche e psichiatriche sono tutte parte del complesso sindrome, sono interdipendenti e variare di intensità.”
” I sintomi descritti dai pazienti hanno tutti una connessione con il sistema nervoso centrale – dichiara Mangan – tuttavia la sindrome è troppo complessa per essere considerata solo una malattia del sistema nervoso centrale”.
Komaroff ricorda infine che non esiste alcun test neurologico in grado di diagnosticare la CFS.

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