Fukushima. Tepco invia agli sfollati moduli per indennizzi da 200 pagine

TOKYO – “È vergognoso, chi si conserva le ricevute quando vive in un ricovero per sfollati?”, si chiede Reiko Haschisuka, che ha dovuto abbandonare la casa e il suo negozio di fiori a causa delle radiazioni della centrale di Fukushima.

Reiko è uno dei 60mila residenti giapponesi che sono dovuti scappare dal distretto di Fukushima, dopo lo tsunami; a ognuno di loro la Tepco, la società che gestisce la centrale e che ha macchiato questa sua gestione con innumerevoli errori e inadempienze, ha recapitato un plico contenente tre moduli da compilare, di 50 pagine ciascuno, più un manuale di altrettante pagine con le istruzioni. Queste 200 pagine sono i documenti da compilare per chiedere l’indennizzo dei danni alla Tepco, rea di aver obbligato i residenti ad abbandonare il distretto. Sono così tante le richieste ai limiti dell’assurdo presenti nei moduli, che il fioraio Reiki non è riuscito a soffocare una protesta dalla ‘ferocia’ tutta giapponese: “Tepco deve fare le cose più semplici”.

 

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