Molti professionisti propongono interventi senza averne i requisiti: da Aicpe le linee guida per tutelare i pazienti che richiedono interventi di chirurgia estetica
ROMA – Un settore che fa gola a molti, anzi a troppi, con rischi anche gravi per la salute dei pazienti. Si tratta della chirurgia e medicina estetica, un campo sempre più affollato di professionisti che non sempre hanno le credenziali per lavorarci. L’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) ha messo a punto un vademecum per aiutare i pazienti nella scelta del medico a cui affidarsi per un “ritocchino”. «Molti medici offrono prestazioni di chirurgia plastica senza averne i requisiti o propongono trattamenti chirurgici in strutture non adeguate o autorizzate – afferma Mario Pelle Ceravolo, vicepresidente di Aicpe -. I pazienti devono prestare molta attenzione nella scelta del chirurgo, senza fidarsi solo dei messaggi pubblicitari: si rischia non solo di essere insoddisfatti dei risultati, ma anche di subire gravi danni. Gli interventi di chirurgia estetica comportano, di solito, un basso rischio e quindi possono essere eseguiti con molta tranquillità e sicurezza: perché ciò avvenga, tuttavia, è fondamentale che sia l’operatore sia l’ambiente siano adeguati, anche quando si tratta di procedure apparentemente semplici».
Da qui nasce l’idea di un decalogo per il paziente che si affaccia al mondo della chirurgia plastica. Il primo passo è verificare le credenziali del medico a cui ci si rivolge: «In Italia tra chirurghi ufficiali, non ufficiali e abusivi si contano almeno 5.000 medici che praticano la chirurgia plastica, anche se è difficile avere una stima precisa – afferma Pelle Ceravolo -. Gli unici di cui fidarsi sono quelli specializzati in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ed Estetica, ossia chi, dopo la laurea in Medicina, hanno frequentato per cinque anni una Scuola di Specializzazione Universitaria in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica oppure chi ha maturato un’esperienza comprovata e verificata per almeno cinque anni nel settore». Altri criteri per scegliere il medico di fiducia sono l’eventuale attività ospedaliera o universitaria e l’accreditamento nelle due società scientifiche italiane, Sicpre e Aicpe. «Tutti gli iscritti a queste associazioni devono avere i requisiti per farne parte – prosegue il vicepresidente di Aicpe -. La lista completa dei soci è pubblica e si trova sul sito www.aicpe.org, mentre quella di Sicpre si può reperire su www.sicpre.it». Secondo: è fondamentale informarsi sulla struttura dove vengono eseguiti gli interventi. «Devono essere strutture sanitarie ufficialmente autorizzate – spiega Pelle Ceravolo -.
Aicpe si sta muovendo attivamente per ottenere dal Ministero e dagli assessorati competenti un elenco che sia pubblico e facilmente consultabile con le strutture accreditate e gli interventi per i quali sono autorizzate. In alcune regioni è già presente, ma purtroppo non in tutte». Punto tre: è diritto del paziente ottenere notizie sui materiali utilizzati, come protesi o fillers. «È importante sapere cosa verrà utilizzato, assicurarsi che sia di qualità comprovata, prodotta da aziende riconosciute e certificate. Ogni medico deve illustrare ai pazienti ogni prodotto che utilizzerà e consegnare un’etichetta identificativa del prodotto» continua Pelle Ceravolo. Quattro: è consigliabile leggere il consenso informato presentato ai pazienti per qualunque tipo di terapia e chiarire eventuali dubbi con il medico. Quinto: verificare sempre il preventivo dei costi, chiarendo le perplessità su eventuali spese aggiuntive. Punto sei: professionalità e sicurezza hanno un costo.
Diffidate di prezzi troppo bassi o di sconti: si tratta di un risparmio ad alto rischio, in quanto a farne le spese di solito sono sicurezza, qualità e affidabilità. Numero sette: informarsi sull’equipe chirurgica, soprattutto sull’anestesista, che ha un ruolo fondamentale sulla sicurezza dell’intervento e sulla tranquillità del paziente. Otto: attenzione a chi pubblicizza la prima visita gratuita. «La prima visita serve allo specialista per ascoltare il paziente, osservarlo ed esaminare a fondo situazione clinica, esigenze e possibilità di trattamento – afferma il vice presidente -. Il medico deve fornire informazioni complete sull’intervento proposto, alternative terapeutiche, tempi di convalescenza, risultati e possibili complicanze, dando al paziente la possibilità di fare domande. Il costo della visita non può essere valutato esclusivamente sul tempo richiesto, ma è frutto di anni di esperienza, studio e aggiornamento. Chi pubblicizza la visita gratuita potrebbe, anche se non è sempre così, non essere del tutto obiettivo nel valutare realisticamente l’opportunità d’intervento». Nono: molti pazienti chiedono al chirurgo di vedere immagini pre e post operatorie. Questa procedura, associata all’uso di programmi al computer per simulare i risultati, può essere importante per migliorare la comprensione dei risultati. «D’altra parte – puntualizza Ceravolo – basare la scelta del chirurgo solo sui meravigliosi risultati illustrati da alcune fotografie non è prudente. Di solito queste immagini rappresentano i migliori risultati ottenuti dal chirurgo, non quelli medi. Se non usati con realismo e serietà, insomma, questi mezzi possono creare nel paziente aspettative irrealistiche e fuorvianti». Decimo: quando si sceglie un chirurgo bisogna valutare, oltre a titoli ed esperienza, «la personalità, il senso di responsabilità, l’onestà intellettuale e quelle caratteristiche umane istintivamente deducibili dal contatto personale che un vero professionista dovrebbe avere. Un buon feeling fra medico e paziente è un requisito indispensabile per l’instaurarsi di un rapporto valido, capace di dare soddisfazioni reciproche».
AICPE: L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, la prima in Italia dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata con l’obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Pur essendo una novità per il nostro Paese, non lo è affatto in molte altre nazioni europee e non, dove esistono da tempo associazioni che raccolgono tutti coloro che si interessano di chirurgia estetica. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre un centinaio di chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari. Caratteristiche dell’associazione sono avere come associati solo professionisti, specialisti in chirurgia plastica, che hanno come attività principale la chirurgia a fine estetico e la rigida adesione a un codice etico e di comportamento da seguire non solo quando si indossa il camice, ma in tutti i momenti della vita. Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l’attività professionale sia per l’attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica; elaborando linee guida condivise. Tra gli obiettivi c’è anche l’istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.