ROMA – Il Tribunale di Roma ha bocciato il tentativo di Enel di censurare la campagna di Greenpeace “Facciamo Luce su Enel”, riconoscendo che la comunicazione utilizzata per pubblicizzarla è commisurata all´evidenza dei dati scientifici prodotti, che dimostrano gli impatti fortemente negativi del carbone sul clima e sulla salute umana.
La sentenza parla chiaro: “i dati riportati [da Greenpeace] sono effettivamente conformi agli esiti della ricerca commissionata da Greenpeace a SOMO relativamente ai danni provocati dalle centrali a carbone e già noti alla comunità scientifica internazionale (prima tra tutte l´Agenzia Europea per l´Ambiente, EEA)” e riconosce che “la durezza delle espressioni è giustificata dalla gravità della tematica affrontata, dal suo rilevante interesse per l´opinione pubblica (oltre che per la comunità scientifica internazionale), dalla funzione tipicamente di denuncia dell´associazione resistente …”.
La produzione termoelettrica a carbone di Enel è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
Se oltre a tali dati, emersi dalla ricerca commissionata da Greenpeace, consideriamo anche quelli resi noti nel “Rapporto 2011” appena pubblicato dall’Osservatorio Ambientale per Torrevaldaliga Nord della Regione Lazio, che evidenzia, con qualche differenziazione tra uomini e donne e tra residenti a Civitavecchia e nell’area limitrofa, (escludendo le ospedalizzazioni) un eccesso di mortalità per tumore del polmone, della pleura, della trachea, dei bronchi, del fegato e del rene, nonché un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattia dell’apparato genito-urinario, si palesa in tutta la sua evidenza l’insostenibilità rappresentata dalla servitù energetica sul nostro territorio e sulle nostre stesse vite.
Il movimento Nocoke Alto Lazio ha voluto ringraziare Greenpeace per la sua determinata e sistematica azione di informazione sugli effetti nocivi del carbone ed ha espresso al Direttore Giuseppe Onufrio, e ai militanti dell’associazione tutti, la propria totale solidarietà per questo ennesimo tentativo di censura, tipico dell’agire antidemocratico dell’ente energetico.
Civitavecchia e il comprensorio dell’Alto Lazio ringraziano (!), invece, i vari inquinatori del territorio, ed in particolare ENEL, per quella che, secondo i dati diffusi da Greenpeace, si configura come una vera e propria strage che si sta perpetrando ai danni della popolazione locale.
Non esistono compensazioni economiche, l’esborso di contributi a pioggia o la sponsorizzazione di qualsivoglia opera più o meno utile che possano assolvere cattive coscienze e ripagare dei danni subiti e quanto sottratto alla nostra vita, ovvero il diritto di avere un futuro.
“Per questo, per legittima difesa, – fa sapere in una nota il ovimento No coke Alto Lazio – continueremo a combattere quella maledetta centrale, fino a che ENEL, come richiesto anche da Greenpeace, non azzeri la produzione di energia a carbone sostituendo quest’ultimo con fonti pulite e rinnovabili.