Annuale dossier rifiuti dell’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva

Tariffe fuori controllo: nel Lazio la spesa media annua è di 262€, +16,7% rispetto al 2007. Roma (378€) e Viterbo (160€) rispettivamente tra le 10 città d’Italia dove il servizio costa di più, e tra le 10città dove costa di meno

ROMA – Rifiuti a peso d’oro: Nel Lazio dal 2007 ad oggi i costi medi annui del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono aumentati del 16,7% a fronte di un incremento su base nazionale del 14%. In positivo, dal 2010 al 2011, tali costi sono rimasti invariati (262€), comunque superiori rispetto alla media nazionale, pari a 246€.

In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra in Campania con 378€, la più bassa in Molise (146,5€), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione: nel Lazio, a Roma la TIA (più conosciuta come Ta.Ri) arriva a costare 378€, 113 € in più rispetto alla TIA che si paga a Latina, 118€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Rieti, 131€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Frosinone, ben 218€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Viterbo (tra le 5 città meno care d’Italia per il servizio di smaltimento rifiuti).
Italia che vai, rifiuti che trovi. Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264€), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252€), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228€) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007).
Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg).
I virtuosi della raccolta differenziata, invece, sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%).
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva l’analisi a carattere nazionale e regionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri.

L’indagine ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2011, ed è disponibile on line su  www.cittadinanzattiva.it con il prospetto per ciascun capoluogo e la composizione delle voci di costo.
Tia o Tarsu? A più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997, solo due capoluoghi del Lazio (Roma e Latina) sono passati dalla Tarsu alla TIA. Inoltre, rispetto al 2010, tra i capoluoghi di regione Roma ha fatto registrare il più alto incremento tariffario (+11,8%, a livello nazionale, inferiore solo a quanto registrato a Aosta, Imperia, Teramo, Macerata, Vibo Valentia, Sassari, Venezia, Foggia). Considerando gli ultimi 5 anni, tale incremento tariffario è stato del +53% nella Capitale, del 15,1% a Viterbo e del +13% a Frosinone.

Produzione e gestione dei rifiuti: secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 nel Lazio la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita solo dell’1,2% rispetto all’anno prima. Inoltre, il livello di raccolta differenziata si ferma solo al 15,1% del totale dei rifiuti prodotti in regione (fonte: ISPRA, 2011), a fronte di una media nazionale pari al 33,6%.
Caro bollette in Italia: in media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2011 una spesa di 246€ per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (+2,1% rispetto al 2010), con Napoli quale città più cara per le tariffe rifiuti (508€) e Isernia la più economica (122€).

Il commento di Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva: “La gestione del ciclo dei rifiuti è emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori. In particolare, le tariffe aumentano di più nelle zone del Paese a più basso reddito: negli ultimi 5 anni, sono aumentate mediamente del 44% in Campania e del 20% circa in Calabria. Da Sud a Nord, gli incrementi si registrano ovunque, a dimostrazione della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia, più del 40% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un’utopia”.

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