Condono. Sit-in contro il cemento domani a Roma

Oltre 5 mila firme in un giorno per l’appello contro il condono.  Legambiente scrive ai parlamentari e al Governo e li invita a prendere pubblicamente posizione contro il cemento illegale e a favore della legalità e della sicurezza

ROMA – Via libera al cemento illegale, ovunque. Alle speculazioni sulle spiagge, nei parchi, nelle zone più belle e pregiate del Paese che dovrebbero essere tutelate e preservate per la fruizione di tutti e che invece così diventano proprietà privata dei furbi, di chi ha costruito illegalmente, senza chiedere autorizzazioni e permessi e che ora viene anche premiato.
Case costruite in zone a rischio idrogeologico, nei letti dei fiumi, sugli argini, sui costoni a rischio crollo. Tutto condonato. A vantaggio dei mafiosi, degli speculatori e dei furbi. A totale svantaggio del resto del Paese sempre più cementificato, violato, massacrato nonostante la sua fragilità e le numerose vittime degli ultimi eventi climatici che hanno evidenziato, senza possibilità di smentita, che il cemento illegale amplifica gli effetti dei cambiamenti climatici e il numero delle vittime.
Ecco gli effetti gravissimi e irreparabili del condono edilizio proposto nel disegno di legge, primo firmatario il senatore Francesco Nitto Paola, in discussione domani al Senato.
“Non possiamo rimanere a guardare mentre qualcuno cerca, ancora, per l’ennesima volta di far prevalere la logica dell’illegalità e dell’irresponsabilità – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, che oggi ha scritto una lettera ai parlamentari e a Governo affinché blocchino questo scempio, prendendo pubblicamente posizione contro il condono -. Da parte nostra, domani mattina saremo davanti al Senato per protestare con un sit-in mentre in contemporanea si cominceranno, finalmente, ad abbattere le abitazioni che compongono l’ecomostro che dal 1976 deturpa il parco nazionale del Circeo”.

Gli effetti di questo ennesimo condono, il quarto nella storia del nostro Paese, il sedicesimo proposto in questa legislatura, sarebbero devastanti.
Le ordinanze di demolizione per abusi edilizi emesse in Italia dal 2000 a l 201 sono infatti ben  46.760, mentre solo  4.956 sono state le ordinanze eseguite (il 10,6%). La città che ha più immobili soggetti a ordinanza di abbattimento è Napoli con 16.837 ordinanze e solo 710 abbattimenti eseguiti (il 4,2%). Verona, Prato e Genova sono i Comuni che hanno registrato il maggiore numero di demolizioni. (Fonte: Abbatti l’abuso, campagna nazionale di Legambiente contro l’edilizia illegale, su un campione di 72 città capoluogo di Provincia).
“Il nuovo condono – ha continuato Cogliati Dezza – provocherebbe poi una nuova ondata di cemento illegale (come è sempre avvenuto in occasione anche solo degli annunci di condoni negli anni passati) oltre alla legalizzazione dei tanti ecomostri. Tutto ciò mentre il fenomeno continua a produrre più di 25 mila manufatti abusivi ogni anno, mettendo a rischio innanzitutto la sicurezza del territorio e delle popolazioni”.
Secondo gli studi del Cresme, dal 2003 (anno dell’ultimo condono edilizio) al 2011 sono sorti in Italia 258mila case abusive per un giro d’affari illegale (basato sui valori medi di mercato) di circa 18,3 miliardi di euro. A questa colata di cemento illegale va aggiunto il vecchio abusivismo, quello costruito prima del 2003, ma insanabile.

Eppure, mentre al Senato potrebbe passare il disegno di legge che devasterebbe il Paese, a pochi chilometri da Roma, nel comune di san Felice Circeo, in una zona di grande pregio naturalistico compresa nell’area dell’omonimo Parco nazionale, avverrà la demolizione di alcuni edifici che compongono l’ecomostro di Quarto Caldo, sotto sequestro dal 1976, simbolo prima dello scempio dell’illegalità e poi della possibilità di svolta per l’intera comunità.
Una operazione di straordinario significato che proprio il nuovo condono vorrebbe bloccare.
La preoccupazione di Legambiente per il disegno di legge in discussione è condivisa da un ampio schieramento di forze sociali, culturali, istituzionali, come dimostra l’elenco dei primi firmatari dell’appello proposto dall’associazione (che in poche ore ha raccolto più di 5.000 firme) e cui hanno aderito anche il presidente di Libera Luigi Ciotti e lo scrittore Roberto Saviano, firmato tra gli altri, dal presidente dell’Anci Graziano del Rio, dalla scrittrice Dacia Maraini, dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, dal vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, dal magistrato Donato Ceglie, dal presidente del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori Leopoldo Freyrie, dal presidente Consiglio nazionale dei geologi Gianvito Graziano, dal giurista Stefano Rodotà, dal presidente Istituto nazionale di urbanistica Federico Oliva, dallo scrittore Carlo Lucarelli, dal presidente di Avviso pubblico Andrea Campinoti, dal governatore della regione Puglia Nichi Vendola, dal sindaco di Pollica Stefano Pisani, dal sindaco di Bari Michele Emiliano, dall’associazione Italia Nostra.

Per firmare: http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/senato-si-discute-un-nuovo-condono-edilizio, da seguire anche tramite twitter  (#nocondonoedilizio).

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