Per conto della CGIA di Mestre, Panel Data ha realizzato un’indagine per la valutazione delle tendenze di spesa dei percettori della tredicesima. In sintesi i principali risultati
VENEZIA – Il 18% degli italiani si aspetta una tredicesima più bassa. Complice l’inflazione e quindi un minore potere di acquisto, con il numero crescente di dipendenti in mobilità o in cassa integrazione; le attese di oltre il 18% degli italiani per la tredicesima sono al ribasso. Solo il 5% si aspetta una variazione positiva e il restante 76% non prospetta particolari variazioni rispetto allo scorso anno.
Spese natalizie ridimensionate per oltre l’80% degli intervistati. La situazione economica influenzerà le spese natalizie per almeno 8 italiani su 10. Vi è la tendenza generalizzata di utilizzare solo una piccola parte dell’importo per i consumi di natale (46%), si farà maggiore attenzione alle spese da effettuare, cercando di risparmiare almeno parte della tredicesima per far fronte alle spese future che si dovranno sostenere. Inoltre rispetto al 2011 cresce il numero di italiani che dichiarano che non utilizzeranno la tredicesima per coprire le spese natalizie (dal 10% al 19%).
A livello territoriale sono i cittadini del Nord a sentire in misura maggiore la necessità di ridimensionare le spese natalizie (il 20% non utilizzerà in nessun modo la tredicesima per i consumi natalizi), mentre si rileva una maggiore propensione di spesa al Centro che nel 23% dei casi ne utilizzeranno almeno la metà per le spese natalizie.
Ma dove andrà a finire la tredicesima? Il 71% delle tredicesime degli italiani è già spesa per coprire gli acquisti “obbligatori” di fine 2012 ed inizio 2013. La maggior parte della tredicesima, dunque, andrà a coprire le spese che normalmente si devono sostenere tra la fine dell’anno in corso e l’inizio di quello successivo, rappresentate da tasse (IMU), assicurazioni, bolli auto, prestiti di vario genere. Il difficile momento economico e le preoccupazioni per il prossimo futuro si fanno sentire anche a livello di consumi “natalizi”: infatti, si ridimensiona (intorno al 17%) la componente di tredicesima destinata a consumi ed arriva al 12% l’importo destinato a risparmio / accantonamento per spese future.
Come cambiano i consumi degli italiani. Il confronto con gli anni precedenti mette in evidenza da una parte un impiego più consistente della tredicesima per far fronte alle spese obbligatorie (dal 61% del 2011 al 71% del 2012) e dall’altra una minore propensione ai consumi (passando dal 22% del 2011 al 17% rilevato per quest’anno). L’aumento dei costi che gli italiani devono sostenere si riversa anche sui risparmi ed investimenti che passano dal 17% del 2011 all’11% attuale.
Il cambiamento in atto è ancora più visibile con la percezione della tredicesima di 10 anni fa; solo metà dell’importo veniva usato per le spese obbligatorie, una buona fetta era destinata ai consumi (30%) ed il restante 20% veniva accantonato in risparmio. Il maggior impiego della tredicesima per sostenere le spese obbligatorie è trasversale a tutte le aree geografiche, ma al Nord risulta più accentuato a scapito di un calo dei consumi superiore rispetto alle altre aree.
Nel dettaglio la tredicesima del 2012 degli italiani. Il 45% della mensilità aggiuntiva verrà destinata al pagamento di mutui, affitti e prestiti (il 6% in più rispetto all’anno scorso) e il 26% al pagamento di assicurazioni, bollette e tasse (IMU), quasi il 4% in più rispetto al 2011. In ogni caso gli italiani non rinunciano al Natale; il 7% della loro tredicesima sarà destinato alle spese natalizie, ma sarà un Natale più contenuto con una diminuzione dei consumi rispetto al 2011. In flessione ma pur sempre intorno al 10% la quota di tredicesima destinata ad acquisti per vestiario, casalinghi e tecnologia ed altri regali, magari da soddisfare con l’arrivo dei saldi. Per contro, ad investimenti e risparmi andrà quasi il 6% in meno delle somme destinate l’anno precedente; con l’aumento delle spese e la diminuzione del potere di acquisti per gli italiani è sempre più difficile accantonare risparmi.