Salute. Ido: ci manca solo l’elettroshock per i bambini

ROMA – “Pier Aldo Rovatti aveva ragione. Sul Piccolo di Trieste aveva denunciato lo scorso dicembre l’aumento di nuove sindromi con la conseguenza di creare un esercito di persone indicate come malati psichici, addirittura biologici.

Purtroppo la notizia del nuovo reparto di psichiatria dedicato ai minori che hanno la sventura di incappare in diagnosi descrittive senza riscontri scientifici, e comunque con mere ipotesi di danni genetici o biologici, e’ una conferma”. Lo dice Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO).

La sindrome da iperattivita’ (Adhd), la dislessia, i disturbi del linguaggio “sono difficolta’ descritte nell’infanzia. L’Adhd- spiega lo psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva- per anni e’ stata indicata come sindrome autonoma e combattuta da tanti clinici, mentre adesso, considerate le difficolta’ nel poterla riconoscere e nel darle una dignita’ di patologia, e’ stata collegata alla depressione e ai disturbi di condotta in comorbidita’”. Ecco il paradosso secondo il direttore dell’IdO: “I farmaci per l’Adhd e per la depressione hanno finalita’ terapeutiche opposte”. Per quanto riguarda i disturbi del linguaggio, “il non voler vedere che un’unica dicitura racchiuda tutte le difficolta’ a prescindere dall’origine e’ estremamente superficiale. Per la dislessia, invece- precisa Castelbianco- e’ paradossale il non voler vedere che tale esplosione di casi non dipenda certo da fattori biologici come fosse una malattia contagiosa, ma da cause sociali e ambientali. Al riguardo, le categorie percentualmente piu’ esposte alla dislessia sono i bambini adottati, i bambini traumatizzati e gli anticipatari, che a 5 anni sono iscritti  in prima elementare. Certo- prosegue il direttore- e’ difficile immaginare come il destino per bambini ‘nati dislessici’ sia cosi’ maligno da programmare nel loro futuro un abbandono, un inserimento precoce o un trauma come se il loro destino fosse scritto nel Dna”.

È da ricordare “purtroppo che molte terapie sono di nuovo basate su metodi di addestramento, solo sugli psicofarmaci e adesso si e’ riaffacciato anche  l’elettroshock. Speriamo- conclude lo psicoterapeuta- che il buon senso abbia un valore clinico e non economico”. (DIRE)

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