Continua l’indignazione precaria. Tutti a Montecitorio fino al 22 giugno. LE FOTO

ROMA – Da ieri è iniziata l’indignazione precaria sia a Roma che a Milano, simultaneamente alle capitali di Spagna, Portogallo e Grecia.

L’iniziativa, che continuerà fino al 22 giugno, vuole essere un gesto simbolico in risposta alle accuse del ministro Brunetta. “Ci riprenderemo così il diritto alla parola seguendo l’esempio dei nostri fratelli e sorelle spagnoli e di lanciare delle piazze in cui precari e precarie possano, confrontarsi, discutere, protestare ma soprattutto ragionare sulle le nostre rivendicazioni e su come riottenere i diritti che ci hanno tolto e di ottenerne di nuovi”.

Intanto sul gruppo di facebook continuano  a salire le adesioni, dove si leggono le ragioni di questa iniziativa”: “Brunetta ci ha umiliato chiamandoci la parte peggiore d’Italia. Noi invece crediamo che la parte peggiore del paese siano proprio i politici che vivono nel mondo dei loro palazzi dorati e le imprese che si sono arricchite sfruttando il lavoro precario.

Per questo il 19 giugno abbiamo lanciato la giornata dell’indignazione precaria! A fianco del movimento della Global Revolution che dalle piazze di Madrid e Barcellona ha contagiato l’Europa da Atene a Lisbona, i precari e le precarie italiane scenderanno in strada per prendere parola contro la politica che ci umilia e le imprese che ci precarizzano.

A Roma dalle 18 in piazza Montecitorio comincerà il presidio permanente che fino al 22 giugno griderà la sua voglia di sfiduciare Brunetta e il governo.

A Milano dalle 18 in piazza Mercanti manderemo la nostra solidarietà ai precari di Roma e lanceremo un microfono aperto, un momento di presa di parola collettiva.

Chiediamo a tutti i precari e le precarie, ai lavoratori, a chi ha a cuore le sorti della generazione precaria e non sopporta più chi dall’alto dei palazzi della politica ci umilia e maltratta, di venire in piazza. Portate la vostra creatività, le vostre idee, la vostra rabbia. Contro chi non ci vuole far parlare, contro chi ci vuole zitti e con la testa china, risponderemo parlando di idee, di futuro, di conflitto, di sciopero, delle nostre rivendicazioni e delle nostre emozioni.”

Foto di Miriana Baraboglia e Maurizio Fiori

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