ROMA – Si fa sempre più pesante la situazione nel carcere romano di Regina Coeli. Il sovraffollamento e la carenza di servizi essenziali come, ad esempio, l’acqua calda, stanno creando una situazione insostenibile. La denuncia è del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.
Nei scorsi giorni, con la sezione di Primo Ingresso strapiena di detenuti, le persone arrestate e trasferite in carcere hanno dovuto sopportare un’anticamera di diverse ore nelle celle di sicurezza dell’Ufficio Matricola prima di essere accolte nel cosiddetto transito.
«L’insopportabile sovraffollamento – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – si aggiunge alla carenza di servizi essenziali come l’acqua calda, che ormai manca da luglio per la rottura dell’impianto centralizzato di riscaldamento dell’acqua. La direzione del carcere riesce a garantire una doccia calda solo a 15 – 20 detenuti a sezione a fronte di una media di 150 reclusi».
I detenuti hanno riferito ai collaboratori del Garante che, per lavarsi con acqua calda sono costretti a scaldare l’acqua sui fornelli e tutto questo comporta una spesa ingente per l’acquisto di bombolette a gas, che pochi possono permettersi. Accanto a questo c’è la mancanza di vestiario pesante per affrontare l’inverno; infatti, soprattutto i detenuti stranieri non sono attrezzati per i rigori dell’inverno e il cappellano e i volontari Caritas non riescono a garantire vestiario per tutti.
Inoltre, l’elevata presenza di detenuti con condanna definitiva (nonostante Regina Coeli sia un carcere giudiziario) e il sovraccarico di lavoro del Tribunale di Sorveglianza di Roma, fa sì che i detenuti lamentino ritardi pesanti nella fissazione di Camere di consiglio, nei colloqui con i Magistrati, nelle risposte alle istanze di liberazione anticipata.
Realizzato nel 1654, Regina Coeli ospita attualmente oltre mille detenuti, in 8 sezioni (spesso in 4 o 6 in ogni cella). I lavori di ristrutturazione della struttura, che in questi anni hanno interessato molte delle sezioni, non sono però riusciti a risolvere i problemi che affliggono il carcere.
«La realtà è che, al di là dell’emergenza carceri che ormai dura da troppo tempo – ha concluso Marroni – Regina Coeli non è ormai più in grado di garantire standard minimi di vivibilità e di poltiche volte al recupero sociale del reo, come previsto dalla Costituzione. E’ forse giunto il momento di pensionare Regina Coeli come carcere e di restituirlo al pieno godimento della città».