Immigrazione, diritti a punti?

L’Associazione dei Medici Stranieri in Italia chiede una maggiore volontà di integrazione alle istituzioni italiane

ROMA – L’accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato del Consiglio dei Ministri prevede che gli stranieri che entrano in Italia per la prima volta  possano stipulare un accordo con lo Stato attraverso un impegno ad acquisire la conoscenza della lingua italiana e della cultura civica e della vita civile in Italia. Lo Stato assicura allo straniero la partecipazione gratuita ad una sessione di formazione civica di durata tra le 5 e le 10 ore e lo straniero che frequenta i corsi parte con 16 crediti e deve arrivare alla soglia di 30 crediti. Al termine del biennio si svolge gratuitamente un test. Per i crediti inferiori a 30 ci sara’ una proroga annuale dell’accordo, ma per i crediti pari o inferiori a zero ci sara’ l’espulsione dello straniero. Il presidente dell’Associazione Medici Stranieri in Italia, Foad Aodi, ha commentato “questa è una notizia positiva, però noi siamo a favore della completa integrazione attraverso l’insegnamento della lingua e cultura italiana, con il principio dei diritti e doveri ma senza mettere il cittadino straniero sotto esami continui, faccendolo sentire immigrato per sempre o un cittadino di passaggio.”  L’AMSI chiede al Ministro dell’Interno quanti crediti spettano ai medici, operatori sanitari stranieri e professionisti  cui viene impedito di sostenere concorsi pubblici o di diventare medici di famiglia, perche’ non sono in posseso di cittadinanza italiana nonostante lavorino e paghino le tasse.” Un altro aspetto irrisolto riguarda i giovani stranieri nati in Italia e tuttora condizionati dalla doppia identità amministrativa, senza aver acquisito la cittadinanza italiana. L’Associazione dei Medici Stranieri in Italia si impegna affinchè i medici ed operatori di origine straniera che lavorano in Italia regolarmente da più di cinque anni possano sostenere i concorsi pubblici.

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