“State of the Net”. A Trieste si discute di internet e delle conseguenze della tecnologia

Internet produce conseguenze sulla società, sulla politica e sull’economia: queste “conseguenze” sono la parola chiave della conferenza internazionale “State of the Net” che si tiene a Trieste oggi e domani, a dieci anni dalla prima edizione del 2008.

Gli organizzatori Beniamino Pagliaro, Paolo Valdemarin e Sergio Maistrello, con la co-organizzazione della Regione ed Insiel, la società Ict in house della Regione, e il main partner IBM, hanno coinvolto innovatori da tutto il mondo per studiare il presente e poter immaginare il futuro. Aprirà i lavori il keynote di Simone Puksic, presidente di Insiel e presidente di Assinter Italia. Seguiranno, nel corso della giornata i panel sulla governance digitale, l’innovazione al servizio della p.a., l’e-procurement e la partnership tra pubblico e privato assieme ad amministratori delegati, investitori e funzionari pubblici con l’obiettivo di definire le prospettive dell’innovazione per il Paese. Un keynote dell’economista Luigi Zingales sulla regolazione delle piattaforme digitali chiuderà la prima giornata, anticipando i temi del venerdì. Domani è il giorno della conferenza internazionale. Sul palco si alterneranno innovatori da tutto il mondo per raccontare le conseguenze della tecnologia su diversi ambiti della vita e del pensiero dell’uomo. Una ricerca condotta ad hoc per State of the Net da Swg fotograferà la percezione della sfera digitale da parte degli italiani. Una presentazione esclusiva di Ibm curata da Dorothea Wiesmann Rothuizen, che guida il dipartimento Cognitive Computing & Industry Solutions di Ibm a Zurigo, si concentrerà sulle principali innovazioni previste per i prossimi cinque anni. 

 Tra i relatori che interverranno sulle conseguenze sociali attraverso le scelte di singoli cittadini e delle organizzazioni figurano Hossein Derakhshan, meglio conosciuto come Hoder, blogger iraniano-canadese, padre del blogging persiano e detenuto in carcere a Teheran dal novembre 2008 al novembre 2014 con l’accusa di spionaggio per conto di Israele, e Ton Zijlstra, consulente di “Open Management”, che parlerà di come le organizzazioni possono diventare più agili e resilienti dando autonomia e strumenti digitali ai singoli individui. Il vicepresidente per le operazioni di Amazon in Europa, Roy Perticucci, si concentrerà sulle conseguenze di una pianificazione nella crescita verticale dell’ecommerce. Lorenza Baroncelli, architetto e curatrice per il settore Architettura, rigenerazione urbana, città della Triennale di Milano, affronterà il nodo delle conseguenze sulla città delle scelte urbanistiche. Le conseguenze sulla cultura, con l’evoluzione della dieta mediatica generata dal digitale saranno affrontate da Dave Winer, sviluppatore di software e creatore di tecnologie che sono alla base web. Sul palco di State of the Net ci saranno anche Gigi Tagliapietra, imprenditore e musicista, e Adriana Lukas, fondatrice dei Quantified Self meetups a Londra.

“Ciò di cui si avverte il bisogno – dichiara Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia – è un nuovo Umanesimo che metta al centro le persone e guardi alle tecnologie disponibili come elementi in grado di moltiplicare le nostre capacità. È quindi corretto parlare di intelligenza aumentata più che artificiale, proprio perché il suo scopo è quello di accrescere le abilità umane e non di sostituirle. Il suo utilizzo, peraltro, oggi viene agevolato dalla disponibilità di piattaforme cloud che rendono disponibili a tutti funzionalità avanzate come internet of things, blockchain e persino quantum computing. L’importante – precisa Cereda – è non derogare da due aspetti fondamentali: etica e responsabilità nell’uso di dati e tecnologia da un lato, sviluppo delle giuste competenze dall’altro. La tecnologia deve servire il progresso mettendo al centro le persone, nessuno può essere lasciato indietro. Il gap dei 150mila posti di lavoro generati dall’Industria 4.0 e non coperti per mancanza di professionalità adeguate, è inaccettabile: serve un nuovo impegno di sistema in grado di coinvolgere tutte le ‘forze del fare’ di questo Paese”. “Negli ultimi anni – ha affermato il presidente di Insiel, Simone Puksic – abbiamo affrontato un profondo processo di trasformazione: da software house a service provider e system integrator per la Regione, gli Enti Locali e la Sanità del Friuli Venezia Giulia. Oggi guidiamo il comparto delle società in-house ICT italiane all’interno di Assinter, l’Associazione delle Società per l’Innovazione Tecnologica nelle Regioni, ed abbiamo la Vice Presidenza di Euritas, il network europeo degli IT Service Provider pubblici. La due giorni ha l’obiettivo di valorizzare Insiel quale riferimento nazionale sui temi dell’innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione e permettere un confronto sul futuro del procurement dell’innovazione e della collaborazione pubblico-privato nel percorso di trasformazione digitale italiana”. 

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