Domenica 13 novembre 2022 si è tenuto Via Pietro Bembo 30 a Roma, nella sala conferenze di A.N.A.S. Lazio un altro interessante incontro, frutto degli interventi di inclusione socio-lavorativa della popolazione ucraina sul territorio della Regione Lazio in ambito del progetto Upe4Inclusion. Ospite d’onore: Valerio Ranciaro manager romano
ROMA – La sala conferenze di A.N.A.S. non è mai stata così accogliente, l’energia femminile è potenzialmente infinita. Il laboratorio creativo Upe4Inclusioncreative è iniziato alle ore 14 con l’apertura dei lavori da parte del Presidente di ‘Donne for Peace’ Volha Marozava che ha introdotto la make up artist che, coadiuvata da una modella professionista, ha dimostrato alle partecipanti, con la teoria e la pratica, come il make-up può permettere a una donna di esprimersi e raccontarsi in maniera sempre diversa.
Il “progetto Upe4Inclusion è nato con l’intento di promuovere un processo di inclusione della popolazione ucraina nel contesto italiano, tramite lo sviluppo di una molteplicità di servizi che facilitino ogni partecipante nell’intraprendere percorsi di formazione professionale e di empowerment personale”.
Tra le molteplici sfide di Upe4Inclusion c’è quella di stabilizzare sul profilo psico-emotivo delle persone che fuggono dalla guerra. Il progetto prevede l’alternarsi della presenza di figure professionali che possano portare un contributo al fine di accrescere particolarmente empowerment femminile in questo ambito specifico.
Come dice Aristotele: “tutte le azioni umane hanno una o più di queste sette cause: caso, natura, costrizione, abitudine, ragione, passione e desiderio” ed è così che Valerio Ranciaro manager romano è arrivato a portare il suo intenso e toccante messaggio alle donne ucraine. Dopo i saluti istituzionali con il Presidente di A.N.A.S. Lazio l’avvocato Maria Lufrano Valerio ha dichiarato “non sono io che ho trovato il progetto, ma è il progetto Upe4Inclusion che ha trovato me”. Il discorso del dottor Ranciaro è stato pronunciato in lingua italiana, per scelta delle partecipanti, e tradotto da Volha Marozava in lingua ucraina.
Ogni parola crea un legame tra chi la pronuncia e che l’ascolta e Valerio Ranciaro, che in questa occasione ha scelto di indossare i panni di un uomo e non quelli di un manager, ha parlato senza filtri nell’anima.
Ha aperto il suo discorso senza nessuna pretesa di arrivare anche solo capire il dolore che le donne che aveva davanti o il popolo ucraino avevano affrontato e stanno affrontando. Avvalendosi di una citazione tratta dal testo “Imitazione di Cristo” di Sant’Agostino- che dice: “il purgatorio lo ha colui che lo sa sopportare” è entrato nel vivo del discorso per arrivare a parlare di come “la guerra non è mai stato un mestiere per soli uomini. Rigore, professionalità e profonda umanità sono il valore aggiunto della sensibilità femminile. – Le donne ucraine hanno dimostrato una voce forte nel conflitto, e questa è la voce che il mondo sente oggi mentre proteggono le loro famiglie e il loro paese nella lotta per la libertà e la democrazia. La guerra è un trauma, ma dopo il trauma c’è la crescita”.
Ha continuato parlando di: relazione con gli altri, di cambiamento, di rinsaldamento, di nuove opportunità, di consapevolezza, di identità, di accettazione, di rinascita e di crescita. Ha usato “parole chiave” per incoraggiare le donne che aveva di fronte e soprattutto ha sottolineato che
“non dobbiamo mai permettere che la nostra paura sia più forte del desiderio di vivere la nostra vita, di vivere una vita migliore, di esprimere le nostre idee, di compiere i nostri errori. L’errore insegna sempre qualcosa”.
Ed è qui che Valerio Ranciaro ha fatto alcuni esempi famosi di come molte volte l’errore, ha portato a scoperte epocali: la Penicillina o la Coca-Cola. E ha concluso così: “dagli errori possono nascere cose straordinarie… ogni cambiamento, positivo o negativo, deve essere uno stimolo per imparare qualcosa di nuovo, per rafforzare chi siamo e la nostra resilienza alle avversità, la nostra autostima e il nostro coraggio”.
Le donne ucraine, presenti all’evento, sono rimaste toccate ed emozionate. Si sono sentite considerate, capite e supportate. Erano quasi incredule nel sentir parlare un manager, con alte cariche e titoli, in un modo così: diretto, empatico e motivante. Il dottor Ranciaro ha acceso la speranza in loro di poter costruire e ricostruire una nuova vita fuori dalla guerra.