RAVENNA – “L’Italia è un Paese straordinario e di straordinaria bellezza. Vi è bellezza in ogni parte: nel cibo, nell’arte, nella natura e, talvolta, negli uomini che la abitano. L’Italia fa parlare di sé di continuo e questo è straordinario. L’Italia è quasi totalmente incapace di parlare di sé, e anche questo è straordinario.
In Italia vivono persone di straordinaria “bruttezza”, talmente brutte nel loro aspetto da divenire centri perfetti che rischiarano le idee di un popolo capace di limitarsi ad osservare lo scorrere di eventi di cui vede il proprio nome comparire malapena nei titoli di coda. Anche questo è straordinario.
“L’uomo faber fortunae sue” si nasconde al pari del consumatore avido di sesso occasionale, mentre il borghese di razza, dopo aver comprato una donna di straordinaria accondiscendenza, rende suo figlio un figlio di puttana pagandole in beni materiali travestiti da regali il purosangue concepito. E lo fa agli occhi di tutti, senza provare vergogna alcuna. Tuttavia è straordinaria la vergogna che si dimostra dinanzi ad un paio di scarpe anonime per una sola serata in un piccolo locale mentre si ignorano i Signori che ci fottono ogni giorno sulla TV nazionale.
Infatti, essere straordinari non è solo lusinghiero. Nella sua accezione il termine nasconde la fregatura di un popolo unico anche nella salvaguardia degli abusi del potere. La strafottenza di matrice post-nichilista, così come la (in)coscienza narcisistica della moda, ha paragonato l’uomo all’insetto e, come lui, è destinato a durare un attimo. L’italiano medio vive una vita sterile dominata dalla legge dell’Ottava, nella quale con una discreta abilità giustifica l’egoistico carpe diem dei passi che compie meccanicamente per accumulare un’energia primitiva, che non gli allungherà la vita né gliela renderà migliore. Ed è qui, in questa infertile danza, che la Vecchia, ed oramai stanca, Signora si spacca in due: da un lato l’Italia che “vede nero dove nero non ce n’è” e si ribella, dall’altra quella che lo considera solo un tono da porre al centro delle ultime tendenze, quasi ossessivamente, stagione dopo stagione.
L’Italia barcolla su uno stivale dal tacco troppo alto ma, nonostante questo, continua a camminare.
Anche questo è straordinario.”