Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta da un nostro lettore che pone dei quesiti al professor Mario Monti
Dice il Prof. Monti: “Una cessione di quote del patrimonio pubblico?” Non solo non la escludo, ma la stiamo preparando”.
Bene, con la “collaborazione del Parlamento” e con la tempistica necessaria, ne riparleremo fra tre o quattro anni. A quel punto – mi auguro tanto di sbagliarmi – l’Italia potrebbe essere solo un riferimento geografico.
Ho rivolto al Prof. Monti la seguente domanda, tramite la dirigenza di Repubblica che sta organizzando un apposito incontro a Bologna per il prossimo 16 Giugno 2012. Immagino che la mia domanda, nel mare di prevedibili quesiti rivolti al Capo del Governo, difficilmente riceverà risposta.
Domanda a Monti:
“Perchè, appena dopo l’insediamento a Novembre 2011 come “commissario straordinario”, non ha ascoltato il consiglio a più voci di applicare in Italia un’imposta patrimoniale (ipotesi 5 per cento), unico modo per dare una spallata al debito pubblico e metterci al riparo dalla speculazione internazionale, aggravata dalla “pigrizia” UE e dall’egoismo e stupidità di alcuni capi di governo europei?
Perchè ha perso tempo prezioso, impelagandosi, tra l’altro, nel contrasto a farmacisti, tassisti e notai, nella imposizione del conto corrente ai poveri pensionati, nell’attacco all’articolo 18″ e nella definizione di una IMU aggrovigliata ed incongruente?
Perchè non si è messo da subito al lavoro (nei primi 30 giorni del “commissariamento”) per fare un accordo con la Svizzera sui capitali italiani ivi parcheggiati, sul modello di quanto fatto con intelligenza, tempismo e consistenza dall’Austria con il suo ottimo ministro delle finanze Maria Fekter, da Lei di recente criticata in maniera inopportuna e fuorviante?”
Sàntolo Cannavale