ROMA – E’ stata scelta la data simbolo del 20 maggio, 41 anniversario dello statuto dei lavoratori, per avviare la raccolta firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare denominata “Carta dei diritti democratici e di Rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Alla base del provvedimento il principio secondo cui il soggetto depositario dei diritti è il lavoratore e non le organizzazioni sindacali. All’elaborazione della proposta di legge, depositata in cassazione lo scorso 4 maggio, hanno partecipato il Forum dei diritti/lavoro e le organizzazioni sindacali, USB, Snater cib -UNicobas.
“Non è vero che sulla rappresentanza si fanno passi avanti – ha dichiarato Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB – ma si stanno facendo passi indietro che preludono ad un definitivo affossamento dei diritti democratici. I lavoratori sono stati espropriati dei loro diritti e non si chiede più il loro voto, se non in referendum farsa richiesti dai padroni e utilizzati come ricatto. Non votano più democraticamente i loro rappresentanti e a qualsiasi livello- ha sottolineato Tomaselli – le trattative sono condotte in modo da escludere il controllo dei lavoratori e la loro partecipazione attiva. La nostra legge intende dunque ridare forza a chi lavora, restituire quegli strumenti democratici che sono venuti meno con una gestione sindacale da decenni asservita ad interessi economici e dei partiti”, ha concluso il dirigente USB.
Il provvedimento nasce, dalla constatazione del fatto che non esiste una normativa di legge in materia di diritti democratici e di rappresentanza nei luoghi di lavoro specialmente privati. Le vicende di Pomigliano e Mirafiori sono un modello che ha reso evidente la grande debolezza del lavoratore, sottoposto, a fronte della perdita del posto di lavoro, a continui ricatti da parte dell’ azienda in cui opera.
“La proposta – ha precisato Arturo Salerni, avvocato del Forum Diritti/Lavoro – disegna un sistema di regole fondate sul lavoratore, che potrà così esercitare senza alcuna discriminazione i propri diritti a prescindere che sia stabile o precario, pubblico o privato, che operi in un’azienda con più o meno di 15 dipendenti. Le lavoratrici ed i lavoratori potranno così scegliere liberamente i propri rappresentanti e verificarne l’operato”.
Affinché la “Carta dei diritti democratici e di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori” possa essere depositata presso il parlamento Italiano, sono necessarie almeno 50.000 firme di cittadini Italiani. La campagna di raccolta sottoscrizioni proseguirà nelle città e nei luoghi di lavoro di tutto il paese. Nella crisi globale che stiamo vivendo, dare maggiori diritti ai lavoratori, diventa il punto di forza per iniziare a pensare con speranza al futuro.