COSENZA – Da questa mattina quattro operai della centrale Enel del Mercure di Laino Borgo (Cosenza) sono arrampicati per protesta su una ciminiera. I lavoratori chiedono garanzie sul loro futuro occupazionale in vista della Conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Calabria per il 10 ottobre.
«Arrampicarsi su una ciminiera alta 65 metri è probabilmente l’ultimo gesto estremo che resta ai nostri cari per chiedere l’attenzione delle Istituzioni. Siamo alla fame e non sappiamo cosa dare da mangiare ai nostri figli». Lo dicono i familiari dei quattro operai.
«Le istituzioni – aggiungono – devono darci garanzie. Chiediamo l’intervento immediato di tutte le istituzioni coinvolte perché facciano in modo che i lavoratori possano tornare al loro lavoro e alle loro famiglie. L’Italia è un Paese allo sbando. Non ne possiamo più. Ci sentiamo presi in giro dalla politica delle false promesse e dei rinvii».
In una nota il Comitato per la riattivazione della centrale del Mercure sostiene che «l’iter autorizzativo per la ripresa dell’impianto è durato dieci anni e dopo innumerevoli pareri positivi tutto viene rimesso in discussione assieme a 150 posti di lavoro fissi e oltre 1000 derivanti dalla filiera del legno. L’eccesso di burocrazia sta distruggendo il nostro Paese e le nostre speranze di sopravvivenza e di legalità. La cosa più grave è che ad agosto tutti promettevano tempi rapidi per la ripresa e la conclusione della Conferenza dei servizi e ora invece avvertiamo l’amara sensazione che tutto si stia nuovamente incagliando nei meandri della burocrazia. Una mancanza di attenzione intollerabile nei confronti della dignità e del lavoro delle famiglie».