Riva, verso la chiusura di 7 stabilimenti. Sindacati, inaccettabile decisione

ROMA – Tutelare nell’immediato il reddito attraverso la Cassa integrazione, ma soprattutto scongiurare la chiusura definitiva delle attività. Per questo il governo deve trovare molto rapidamente una soluzione che permetta la continuità aziendale.

E’ questa la posizione dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, che hanno diffuso un comunicato congiunto, dopo la decisione del gruppo Riva Acciaio di cessare le attività e chiudere sette stabilimenti, mettendo a rischio circa 1.400 posti di lavoro.

“La decisione di fermare la produzione   – riporta la nota –  e mettere in libertà i lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo Riva Acciai, all’indomani del provvedimento di confisca dei beni riferiti alla famiglia Riva e alle società da essa controllate, è inaccettabile e appare come il tentativo di utilizzare i lavoratori, che non hanno nessuna responsabilità, nel braccio di ferro contro la Magistratura.”
“Abbiamo chiesto al Governo un intervento urgente e deciso, chiamando la proprietà di Riva Acciai alle sue responsabilità e assumendo tutte le decisioni più opportune ai fini di garantire la continuità produttiva.”
“E’ necessario che gli impianti vengano riavviati al più presto per impedire che un lungo stand-by produttivo degli stabilimenti faccia perdere ordinativi e clienti in un momento in cui molti Paesi concorrenti non aspettano altro.”
“Nel frattempo, va previsto l’intervento della Cassa integrazione per evitare che a pagare siano i lavoratori.”
“Non lasceremo che l’Azienda possa impunemente scaricare sui lavoratori, che non hanno nessuna colpa, il costo delle sue inadempienze.”
“Non assisteremo passivamente alla distruzione del settore siderurgico in Italia.”
“Per queste ragioni, lunedì 16 settembre, con inizio alle ore 9,30 i lavoratori di tutti gli stabilimenti interessati, si mobiliteranno in difesa del proprio posto di lavoro e contro l’inaccettabile ricatto che è stato messo in atto.”
Sulla questione è intervenuta anche Susanna Camusso.
“Sono scelte che, non solo “mettono in discussione la continuità di una produzione importante, ma mettono anche a rischio i lavoratori, le loro retribuzioni e la loro prospettiva”, afferma il Segretario generale della CGIL dopo la decisione del gruppo Riva Acciaio di cessare le attività e chiudere sette stabilimenti, lasciando in bilico il futuro di circa 1.400 posti di lavoro.

“Siamo di fronte a delle scelte che mettono in discussione la continuità di una produzione importante, che mettono a rischio i lavoratori, le loro retribuzioni e la loro prospettiva”, ha detto oggi il Segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, davanti allo stabilimento di Cerveno (BS), una delle aziende del gruppo Riva chiuse dopo il sequestro preventivo disposto dal gip di Taranto.
 
“Questa è la ragione – ha concluso il leader della CGIL – per cui insistiamo nel chiedere al governo un provvedimento che, molto rapidamente, permetta la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti”.

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