rOMA – L’intesa che è stata siglata con il gruppo Natuzzi è un atto importante e in controtendenza con le crescenti spinte alla delocalizzazione produttiva. Ora si apre una fase delicata e ancor più decisiva per le sorti dei lavoratori e degli insediamenti produttivi, una fase che riguarda la concreta applicazione di tutti i punti dell’intesa.
Per questo valutiamo positivamente l’accordo, senza però minimamente abbassare la guardia. Esprimiamo soddisfazione per aver scongiurato oltre 1700 licenziamenti con un accordo che accompagna con un anno di Cigs un complesso processo di riorganizzazione produttiva del gruppo Natuzzi e di reindustrializzazione dell’intera area murgiana attraverso il trasferimento in Italia di produzioni finora realizzate in Romania. Ma, insieme, vogliamo raccogliere le preoccupazioni dei lavoratori sui tempi e sulle modalità con cui si realizzerà tale processo.
Quelle preoccupazioni, che ho ascoltato nel corso delle assemblee cui ho partecipato, seppur accompagnate dalla consapevolezza della necessità di cambiare pagina attuando l’accordo, non abbiamo alcuna intenzione di dimenticarle o rimuoverle. Proprio per questo, abbiamo fortemente voluto che si definissero sedi di confronto e di monitoraggio con tutti i soggetti istituzionali e aziendali coinvolti nell’intesa: in quelle sedi incalzeremo tutte le parti coinvolte per il rispetto dei tempi stabiliti, per le garanzie sulla solidità dei nuovi soggetti imprenditoriali e soprattutto per l’attuazione delle parti più qualificanti relative alla corretta realizzazione dell’intero processo, in particolare quelle che riguardano l’oggettività dei criteri per la gestione della Cigs, il rispetto puntuale del CCNL per i lavoratori coinvolti nelle nuove iniziative imprenditoriali, la garanzia di una equilibrata distribuzione delle stesse sul territorio a partire dall’impegno assunto di dare una futuro certo al sito produttivo di Ginosa.