Allarme dei sindacati: i lavoratori stagionali, i più penalizzati

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs richiedono un incontro urgente ai ministri del Lavoro e Beni, Attività culturali e Turismo, dello Sviluppo

ROMA – L’introduzione della Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego (NASPI) ha comportato forti penalizzazioni per le lavoratrici e i lavoratori stagionali. In particole, il comparto turistico e termale, un settore ritenuto strategico per l’economia del nostro paese, ha proprio nella stagionalità della domanda uno dei suoi limiti più vistosi.

Molte imprese – alberghi, villaggi turistici, campeggi, strutture ricettive e pubblici esercizi- aprono in periodi dell’anno predefiniti e possono garantire occupazione solo per pochi mesi. Con i precedenti regimi di sostegno al reddito (disoccupazione ordinaria, aspi) i lavoratori stagionali potevano ad esempio, lavorando almeno sei mesi l’anno (magari in diverse parti del paese e per diversi datori di lavoro), ottenere una tutela reddituale adeguata per ulteriori sei mesi. Ora a seguito del riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria, non sarà più così.

“Far pagare a questi lavoratori – circa 300mila solo nel settore turismo, un deficit storico della nostra “industria dell’ospitalità” è infatti un’operazione socialmente ingiusta, con conseguenze pesanti anche per le imprese e riverberi sulla offerta turistica complessiva”, denunciano i sindacati in un comunicato.

“Per l’anno 2015  l’INPS  e il Governo hanno  posto, – con la circolare numero 194/2015 e il dlg 148/2015 – temporaneo rimedio a questa situazione, ma rimane aperto il problema per il futuro a partire dall’anno in corso. “L’individuazione di una soluzione a lungo termine per il sostegno al reddito dei lavoratori stagionali del turismo non è più rinviabile”, afferma Cristian Sesena segretario nazionale della Filcams Cgil. “La continuità occupazionale, l’incentivazione di forme contrattuali che non nascondano lavoro irregolare, sono passi decisivi anche per aumentare la qualità dei servizi e far si che il turismo diventi realmente una risorsa per l’economia del nostro paese”

Per questo motivo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, chiedono che venga avviata una fase di confronto serrato su questo come su altre problematiche di settore (a partire dall’uso e abuso dei voucher, istituto questo divenuto ormai la nuova frontiera della precarietà e della irregolarità) e venga insediato un tavolo interministeriale che coinvolga tutti gli attori potenzialmente interessati: il Governo, le associazioni datoriali, gli enti locali, le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori stipulanti i contratti collettivi nazionali di lavoro per i dipendenti del turismo. 

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