E’ un nuovo caso di “mala-burocrazia” fiscale
Secondo la CGIA di Mestre, quasi 55.000 piccoli autotrasportatori italiani dovranno versare poco meno di 3 milioni di euro all’erario entro la fine del mese di luglio: un importo non dovuto che, comunque, questi padroncini saranno obbligati a pagare a causa di un nuovo caso di “mala-burocrazia” fiscale.
Cos’è successo ? Ogni anno, prima della scadenza del pagamento delle imposte relative alla dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate comunica gli importi delle deduzioni forfetarie per le spese non documentate sostenute dai piccoli autotrasportatori. Questi ultimi, utilizzano queste agevolazioni ai fini della determinazione del reddito. Quest’anno, però, il provvedimento è stato pubblicato la settimana scorsa; 4 giorni dopo il 30 giugno, scadenza entro la quale i padroncini potevano versare le imposte all’erario senza incorrere in alcun aggravio.
Alla luce di ciò, ai piccoli autotrasportatori non è stata data la possibilità di rispettare la scadenza del 30 giugno; pertanto potranno usufruire delle agevolazioni previste dalla legge solo con la scadenza del 31 luglio che, però, li obbligherà al pagamento di una maggiorazione dello 0,4 per cento. Un importo – secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio studi della CGIA – che si aggirerebbe attorno ai 50 euro ad impresa che, complessivamente, dovrebbe garantire alle casse dello Stato quasi 3 milioni di euro.
“Sebbene l’importo per ciascuna azienda sia molto contenuto – commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – è il principio che viene violato. Non è giusto che queste aziende subiscano un aggravio causato da altri. Ora auspichiamo un apposito intervento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che stabilisca, speriamo ben prima del 31 luglio, che per l’anno in corso ai piccoli autotrasportatori non sia chiesta alcuna maggiorazione”.
Dalla CGIA ricordano che le deduzioni forfetarie per le spese non documentate sono utilizzabili solo dalle piccole attività di autotrasporto con un volume di affari non superiore a 400.000 euro: una platea composta per la quasi totalità da aziende artigiane.
“A livello territoriale – sottolinea il Presidente degli autotrasportatori della CGIA di Mestre Claudio Mancin – nelle prime 4 regioni del Nord Italia – vale a dire il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna – si concentra il 51 per cento di tutte le aziende artigiane del settore presenti nel Paese. Attività, queste ultime, che saranno chiamate a pagare una maggiorazione del tutto ingiusta a causa di un atto di negligenza compiuto, molto probabilmente, da qualche funzionario del fisco”.
Autotrasporto: imprese artigiane attive in Italia
Numero di imprese attive alla fine del 2016 e inc. % su totale
REGIONI |
al 31/12/2016 |
Inc. % |
LOMBARDIA |
9.113 |
16,6 |
EMILIA ROMAGNA |
8.013 |
14,6 |
VENETO |
6.522 |
11,9 |
PIEMONTE |
4.320 |
7,9 |
TOSCANA |
3.494 |
6,4 |
SICILIA |
3.102 |
5,7 |
PUGLIA |
3.008 |
5,5 |
LAZIO |
2.653 |
4,8 |
MARCHE |
2.538 |
4,6 |
CAMPANIA |
2.310 |
4,2 |
SARDEGNA |
1.722 |
3,1 |
LIGURIA |
1.415 |
2,6 |
CALABRIA |
1.228 |
2,2 |
ABRUZZO |
1.188 |
2,2 |
FRIULI VENEZIA GIULIA |
1.139 |
2,1 |
TRENTINO ALTO ADIGE |
1.068 |
1,9 |
UMBRIA |
1.047 |
1,9 |
BASILICATA |
593 |
1,1 |
MOLISE |
331 |
0,6 |
VALLE D’AOSTA |
62 |
0,1 |
ITALIA |
54.866 |
100,0 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati camerali