Cassaintegrati Alitalia stretti nella morsa delle mancate assunzioni e della riforma ammazza pensioni

Urge solidarietà tra i lavoratori e tavolo governativo

ROMA – La situazione dei circa 5000 cassaintegrati Alitalia, i quali si trovano ormai all’ultimo anno di cassa prima della mobilità, sta per scoppiare stretta tra mancanza di prospettive lavorative conclamate per molti ed il dubbio sulla maturazione dei requisiti pensionistici a causa della manovra del Governo Monti per altrettanti.

Alitalia CAI sta procedendo a ridurre l’attività sotto i colpi della crisi e già mancano all’appello le appena 120 assunzioni di Assistenti di Volo previste dall’accordo del 4 marzo e pagate dalla categoria grazie alle richieste di part time.

Purtroppo la situazione è resa ingestibile dalla presenza di centinaia di reintegri forzosi di precari ex AirOne che hanno fatto legittimamente causa, aggravata dall’immissione di personale precario appena formato, utilizzato da CAI in modo strutturale per coprire l’operativo, anziché fare ricorso al bacino CIGS come previsto dagli accordi siglati a Palazzo Chigi. Ciò pregiudica qualsiasi prospettiva di recupero a breve termine.
Sul lato pensionistico invece, non sono ancora chiare le decisioni sulle modalità di esenzione dagli effetti della riforma a causa di ristrutturazioni aziendali concluse precedentemente il 31 ottobre 2011, ma fin da ora il numero di 50.000 unità l’anno appare non sufficiente a coprire l’enormità dei cassaintegrati del paese in tutti i settori produttivi.
“Occorre quindi che adesso il sindacato proceda senza indugio sulla strada della solidarietà diffusa tra i lavoratori per aprire gli spazi e le opportunità reali di lavoro per chi sta fuori. Sia USB che Avia hanno elaborato una proposta in tal senso: auspichiamo che tutto il resto delle sigle sindacali segua la stessa strada”, si legge in un anota sindacale.
Inoltre, USB chiede da subito l’apertura di un tavolo urgente presso Governo, garante degli accordi del 2008, dove riesaminare la situazione sia per il lavoro, sia per la riqualificazione professionale delle migliaia di cassaintegrati ancora senza occupazione.

“Noi siamo convinti – continua il comunicato Usb –  che sia interesse generale utilizzare tutti gli strumenti per permettere ai lavoratori di tornare al lavoro e  a chi maturava i requisiti di poterlo fare con serenità e nel rispetto dei patti, perché nessuno può dimenticare che tutto l’enorme costo del fallimento Alitalia ancora grava sulle spalle della collettività. All’interno della manovra, questo potrebbe essere uno dei pochi momenti in cui parole quali risparmio, sviluppo, equità e solidarietà potrebbero avere un senso concreto.”

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