WASHINGTON – Licenziata perchè si è rifiutata di togliersi il velo. E’ questo l’epiolgo lavorativo di una giovane islamica americana, la quale ha successivcamente fatto causa ad una catena di negozi di abbigliamento accusandoli di discriminazione. È successo na San Mateo, in California, dove Hani Khan, 20 anni, al momento di essere assunta aveva chiesto di poter indossare il suo hijab, ovvero il velo corto che lascia il viso scoperto che ormai è diventato una normalità nell’America multiculturale.
Il manager le aveva dato l’autorizzazione a patto che il velo fosse in tinta con i colori della compagnia. Nonostante questo, quattro mesi dopo la commessa ha ricevuto la richiesta dall’ufficio personale di togliersi il velo e, di fronte al suo rifiuto, è scattato il licenziamento. La ragazza, sostenuta dalle organizzazioni per i diritti della comunità islamica d’America, ha così fatto causa alla catena di negozi, Abercrombie & Fitch, che in passato ha dovuto affrontare altre cause, da parte di dipendenti ispanici ed asiatici, che contestavano regole di abbigliamento ispirate, a detta dei ricorrenti, ad un’immagine troppo bianca.
“Sono cresciuta in questo paese dove il Bill of Rights garantisce la libertà di religione e quindi mi sono sentita tradita – ha detto la Khan, che studia scienze politiche – . Il mio è un ricorso basato sul principio per tutelare la libertà di esprimere liberamente la propria religione e il diritto al lavoro”. Da parte sua la compagnia si è difesa affermando di seguire regole anti-discriminazione e rispettare la legge riguardo alle ragionevoli manifestazioni religiose. E ora saranno i giudici a stabilire le responsabilità di questo atto discriminatorio.