BARCELLONA – Tutto esaurito nella Plaza de Toros di Barcellona dove cala per sempre il sipario sulla corrida, così come deciso dal Parlamento regionale catalano l’anno scorso. Tutti e ventimila i biglietti sono stati venduti. L’onore dell’ultima sfida,al famoso torero Josè Tomas.
Una sfida impari tra uomo e animale. Un rito antico che affonda le sue radici nella storia dell’uomo. Lo spettacolo più tradizionale e controverso di Spagna, la corrida, che divide il Paese e contrappone animalisti e appassionati di cultura popolare, vivrà oggi l’ultimo “olé” nella Catalogna. La regione spagnola è la seconda, dopo le Canarie nel 1991, a mettere al bando la mattanza dei tori. Il divieto, che entrerà in vigore ufficialmente dal 1° gennaio del 2012 e che assume connotazioni politiche, è stato imposto l’anno scorso dal parlamento catalano, in particolare con i voti dei partiti indipendentisti e nazionalisti che vedono la corrida come una manifestazione troppo legata all’identità spagnola. L’esempio della Catalogna ha incoraggiato le organizzazioni degli animalisti a chiedere l’abolizione dei combattimenti anche in altre aree del Paese e delle Encierros, le corse dei tori lungo le strade, come quella di Pamplona. Tuttavia, chi ama la corrida non si rassegna. La federazione nazionale dei toreri e le associazioni degli aficionados hanno presentato un ricorso contro la legge regionale davanti alla Corte Costituzionale spagnola e premono sul Partido Popular, in testa nei sondaggi per il voto nazionale del 20 novembre prossimo, perché si faccia portavoce della protesta.