MOSCA – La Russia è andata al voto per il rinnovo della Duma, la camera bassa del Parlamento. Se la vittoria del partito, Russia Unita di Vladimir Putin, è data per scontata ben diversa appare la dimensione della stessa, i sondaggi mettono in calo il partito del premier; considerate, soprattutto, le recenti critiche, la vittoria potrebbe non consentire di apporre cambiamenti alla costituzione, come nei programmi.
Una vittoria di Pirro quella che si paventa per Putin.
Stando ai risultati dei primi exit poll, il partito Russia Unita, pare abbia raggiunto solo il 45%, dei voti – il 16% in meno rispetto a qualche anno fa -, ciò significa che numeri alla mano, Putin ad oggi avrebbe solo 220 seggi su 450, troppo pochi per poter governare senza l’ausilio degli altri partiti e, soprattutto, non sufficienti per modificare la costituzione; quota minima prevista è ottenere i 2/3 del Parlamento, ad ora che scriviamo risulta essere una lontana possibilità.
Salgono invece i voti per i comunisti e raddoppia il partito di centro sinistra «Russia Giusta»: secondo l’exit poll dell’istituto Vtsiom, passano rispettivamente dall’11,57 al 19,8% e dal 7,7% al 14,1%.
Il nuovo scenario muterà sensibilmente le sorti dello stesso governo, mettendo in grave crisi da una parte la posizione di Putin, dall’altra l’asse/duo Putin-Medvedev in vista delle prossime presidenziali di marzo.
Si attendono gli sviluppi delle prossime ore; la speranza è che non vi siano irregolarità e furberie varie per cancellare una sconfitta dei numeri quale è quella che si profila.