Cina. Costretta ad abortire al settimo mese dal regime di Pechino

PECHINO – E’ stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza e ha avuto come “risarcimento” un indennizzo di 70.600 yuan (circa 9.000 euro) da parte del governo della provincia dello Shanxi, in Cina.

Il fatto è riferito dal Global Times, secondo cui il governo locale ha così ammesso di aver agito illegalmente. Il giornale aggiunge che il governo dello Shaanxi si è anche impegnato a pagare i conti di tutti i familiari della donna che nei prossimi anni avranno bisogno di ricorrere a cure ospedaliere.
La vicenda della donna, Feng Jiamei, di 27 anni, costretta all’aborto perchè ha già una figlia di cinque anni, è emersa con la pubblicazione su internet di una foto nella quale era ritratta accanto al feto coperto di sangue. Una massiccia ondata di sdegno ha seguito la pubblicazione della foto e ha costretto il governo ad ammettere la propria responsabilità. Il Global Times ricorda che undici funzionari sono stati puniti per aver costretto la donna ad abortire.

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