Tempi duri per McDonald’s in Sud-America. Chiusura in Bolivia e multa in Brasile

CITTA’ DEL MESSICO – Poco prima di Natale McDonald’s ha servito l’ultimo hamburger in Bolivia. Dopo una serie di bilanci in rosso, lo scorso dicembre il colosso americano ha dovuto chiudere l’ultimo degli otto fast-food aperti nel paese.

A quanto pare, i boliviani sono molto attaccati alle tradizioni culinarie del loro paese e, a Big Mac e Nuggets, preferiscono le caserecce “empanadas”. Questa è la versione ufficiale. In realtà molti sostengono che, all’origine del fallimento, più che le tradizioni culinarie, ci sarebbe un forte sentimento antiamericano che porterebbe i 10milioni di abitanti dell’altipiano andino a boicottare gli hamburger a stelle e strisce.

Così, dopo quattordici anni dall’apertura del primo fast-food della catena americana, la Bolivia diventa il primo paese del continente sudamericano “McDonald’s free”.

Guai giudiziari, invece, in Brasile: la multinazionale degli hamburger è stata condannata a pagare una multa salata, equivalente a 1,3 milioni di Euro, per pubblicità ingannevole. La fondazione per la difesa del consumatore Procon ha accusato McDonald’s di incentivare abitudini alimentari dannose per la salute dei bambini, attraverso i regali previsti nei menu a loro dedicati. Secondo la fondazione, l’inserimento di gadget accativanti — che cambiano a seconda del film d’animazione più in voga nel momento — negli Happy Meal, fa sì che i bambini vengano attratti verso il consumo di hamburger e patatine fritte, alimenti sicuramente poco salutari.
Già nel 2009 il Brasile aveva chiesto alla multinazionale americana e ad altre catene di fast-food di rinunciare ad inserire giochi nei menu dedicati ai più piccoli. Malgrado ciò McDonald’s ha realizzato, nell’ultimo anno, diciotto campagne pubblicitarie dell’Happy Meal, enfatizzando la presenza dei giocattoli.
E’ sicuramente pesante il danno d’immagine per il colosso statunitense che ha comunque annunciato ricorso in appello.

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