DAMASCO – La Siria ha respinto stanotte l’iniziativa della Lega Araba, proposto su pressione del Qatar e Arabia saudita, di formare «entro due mesi», un governo di unità nazionale: la richiesta era rivolta al presidente Bashar al-Assad, di dimettersi, a favore del suo vice.
La motivazione, secondo una fonte anonima del governo: la risoluzione araba avrebbe compiuto una ”interferenza flagrante” negli affari interni della Siria. La bozza di risoluzione prevedeva inizialmente solo la proroga di un mese della missione degli osservatori in Siria e il suo rafforzamento da 165 osservatori a 300. E’ stata respinta la richiesta, sostenuta con insistenza dal Consiglio nazionale siriano di Burhan Ghalioun, di portare il dossier siriano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L a crisi siriana rientra sempre di più nello scontro in atto nella regione tra l’Iran sciita, stretto alleato di Damasco, e le petromonarchie sunnite del Golfo, che non hanno a cuore la libertà e i diritti per i siriani e le migliaia di morti ordinate da Assad. E’ un Paese dove l’opposizione è incapace di formare un fronte unico, ma l’intervento militare straniero come quello avvenuto in Libia, non è scongiurato . Bashar Assad dispone ancora di solidi alleati.
La Russia, che ha inviato navi da guerra nel porto siriano di Tartous per dimostrare la sua solidarietà, ha firmato un accordo per la fornitura di 36 aerei Yakovlev-130 russi per l’addestramento dei piloti di caccia. L’Iran non leina aiuti ad Assad e partecipa alle sue azioni repressive. Inoltre il regime rifiuta di rimettere in libertà i manifestanti curdi arrestati, malgrado l’amnistia concessa in base agli accordi con la Lega Araba. Ricordiamoci che i curdi, musulmani sunniti ma non arabi, rappresentano circa il 10% della popolazione siriana, cioè due milioni, e che Ankara è tra i paesi che spingono per un intervento militare, mascherato da una «iniziativa umanitaria».