NEW DELHI – Nelle ultime cinque settimane due fughe radioattive si sono verificate negli impianti nucleari del Rajasthan Atomic Power Station a Rawatbhata, nel nord dell’India. Più di 40 operai sarebbero quindi stati esposti alle radiazioni dell’idrogeno-3 (o trizio, 3H o T, un isotopo radioattivo dell’idrogeno).
Il primo incidente è avvenuto il 23 giugno e ha riguardato 38 persone durante i lavori di manutenzione al canale di refrigerazione; due di loro hanno ricevuto una dose di radiazioniequivalenti al limite annuale permesso, secondo quanto riferito dal manager dello stabilimento, Vinod Kumar, aggiungendo che tutti sono rientrati al lavoro. In un secondo incidente, avvenuto giovedì scorso, altri 4 tecnici sono stati esposti alle radiazioni dell’idrogeno-3, mentre stavano riparando una guarnizione difettosa di una conduttura.
L’India sta spingendo per potenziare il settore nucleare, con una serie di impianti – sviluppati con la tecnologia di Russia, Giappone, Stati Uniti o Francia – in vista o in costruzione.
L’economia del subcontinente indiano attualmente dipende in gran parte dal carbone, mentre meno del 3% dell’energia consumata proviene dagli impianti nucleari esistenti. Il governo punta ad aumentare questa percentuale fino al 25% entro il 2050. Le organizzazioni ambientaliste hanno espresso preoccupazione per la sicurezza in India, dove una serie di incidenti industriali minori, dovuti a negligenza o cattiva manutenzione, sono frequenti.