Norvegia. Strage Utoya. Breivik condannato a 21 anni di carcere

OSLO – La corte distrettuale di Oslo ha pronunciato oggi la sentenza contro Anders Behring Breivik, l’estremista di destra di 33 anni, autore il 22 luglio 2011 di un massacrocostato la vita a 77 persone. Al killer sono stati inflitti 21 anni di prigione, in quanto l’imputato è stato giudicato sano di mente.

Pena prorogabile  se Breivik sarà ritenuto ancora pericoloso. Per lui  si apriranno quindi le porte del carcere e non quelle di una clinica psichiatrica, come qualcuno aveva ipotizzato nel caso in cui fosse stata stabilita l’infermità mentale.  Breivik aveva fatto sapere che se fosse stato giudicato penalmente responsabile e condannato, non avrebbe presentato appello.  Breivik ha dichiarato più volte di essere sano di mente per non screditare la sua ideologia razzista e xenofoba.

 

Anders Behering Breivik, sconvolse la Norvegia con due attentati che uccisero otto persone nel centro di Oslo e 69 nel campo estivo dei giovani laburisti a Utoya, un’isoletta a una trentina di chilometri a ovest della capitale. Aveva pianificato tutto con estrema cura, aveva acquistato i componenti per costruire l’ordigno da far deflagrare nel cuore del Regieringskvartalet, il ‘quartiere del governò a poche centinaia di metri dal Parlamento. E li aveva assemblati in una fattoria in mezzo alla campagna affittata solo tre mesi prima, il 17 aprile.
Un attentato di ‘depistaggiò che doveva servire (e così è stato) ad attirare gli uomini dell’antiterrorismo e i soldati dell’esercito nel cuore della capitale norvegese, senza prestare attenzione a quell’uomo vestito da poliziotto che si dirigeva verso Utoya, dove 650 giovani attivisti del Partito laburista erano riuniti per il tradizionale appuntamento estivo per una vacanza di formazione.

La bomba di Oslo è esplosa alle 15.26: otto i morti (sette subito, uno dopo alcuni giorni in ospedale), numerosi i feriti. Mentre si rafforzavano le misure di sicurezza in tutti i luoghi del potere e i membri della famiglia reale venivano portati al sicuro, Breivik si stava già dirigendo verso Utoya. Quando è arrivato, poco meno di tre ore dopo l’esplosione a Oslo, ha subito eliminato l’unico agente armato che c’era sull’isolotto. Poi ha sparato per oltre un’ora e mezza contro ragazze e ragazzi indifesi, che tentavano di nascondersi o fuggire buttandosi in mare, o rimanevano pietrificati a implorare pietà di fronte a qualcosa che non potevano capire.
Le vittime alla fine sono state 69, i feriti oltre 150. L’assassino si è arreso alla polizia senza opporre resistenza quando si è reso conto di non avere più vie d’uscita. Ma dal suo primo sparo era passata un’ora e mezza e i dodici ettari di abeti e betulle erano ormai trasformati in un inferno disseminato di cadaveri.

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