Palestina. Sì dell’Onu a Stato osservatore. L’ira di Israele

NEW YORK  – L’Onu ha detto sì. Con 138 voti su 193, (9 contrari e 41 astensioni), è passata la risoluzione proposta da Abu Mazen in cui la Palestina diventa Stato osservatore dell’Onu. Un traguardo davvero storico, un passo importante per dare concretezza a un processo in gradi di pacificare lo scontro che si trascina da decenni in Terra Santa.

Anche l’Italia ha votato a favore della risoluzione incassando le critiche dello stato di Israele che, sostenuto dagli Usa, anch’essi contrari,  ha voluto sottolineare come “la decisione dell’Onu non cambi di una virgola la situazione sul terreno”, facendo riferimento alla situazione nella Striscia di Gaza.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha così commentato: “Nove Paesi si sono schierati ieri dalla parte della verità e della pace. La storia li vedrà sotto una luce positiva, devono essere lodati. Netanyahu ha di nuovo biasimato il discorso velenoso  del presidente dell’Anp Abu Mazen: “un uomo di pace – ha detto – non parla così”.
Secondo il viceministro degli esteri Dany Ayalon (del partito Israel Beitenu)  da Abu Mazen non usciranno intese di pace: “Ieri il presidente dell’Anp  ha cancellato 4.000 anni di storia del popolo ebraico, rappresentandoci come conquistatori e si è identificato con leader palestinesi  contrari a compromessi”.

Nel frattempo anche  Hamas esulta per l’approvazione, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. “Questa – ha commentato un portavoce del gruppo radicale, Ahmed Youssef, – è una nuova vittoria sulla via della liberazione della Palestina e del ritorno dei profughi. Ci felicitiamo con noi stessi”.
Scene di gioia e spari sulla piazza anche a Ramallah dove la gente dopo aver appreso la notizia si è riversata sulle piazze per festeggiare la storica vittoria che molti ancora non vogliono accettare.

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