Cina. Attivista cieco e moglie picchiati dalla Polizia. Il video

PECHINO – L’ attivista  cinese Chen Guangcheng, non vedente,  e sua moglie Yuan Weijin sono stati gravemente feriti da agenti della polizia in un pestaggio che li ha ridotti in condizioni «gravi», secondo l’ organizzazione umanitaria Chinese Human Rights Defender.

Il pestaggio è stato una «punzione» inflitta ai due per aver diffuso un video nel quale denunciano di essere tenuti in un regime rigoroso di arresti domiciliari nella loro abitazione nel villaggio di Dongshigu, nella provincia orientale dello Shandong, dall’ anno scorso, quando Chen è stato rilasciato dalla prigione dopo aver scontato una condanna a quattro anni. Ai due viene impedito di recarsi in ospedale mentre a nessuno, neanche ai medici, viene permesso di entrare nell’ abitazione. Secondo la fonte citata da Chrd, i due non sono in condizioni di alzarsi dal loro letto. Nel video, visibile su Youtube, Chen afferma di essersi spostato «da una piccola prigione ad una grande prigione». Nè lui nè Yuan Weijin sono potuti uscire dalla loro casa e solo alla madre dell’ attivista è consentito di uscire per comprare del cibo. Non solo i suoi telefoni fissi e cellulari sono stati bloccati, ma le stesse misure sono state imposte al fratello, che vive in una casa vicina.

 

L’ attivista afferma che circa 60 persone e una decina di veicoli sono impiegati per sorvegliare la sua casa e impedire ai visitatori – giornalisti e avvocati democratici ma anche parenti e vicini – di raggiungere la casa-prigione. Nel 2005 Chen fu tra i primi a denunciare che nella contea di Linyi, dove si trova il suo villaggio, le autorità locali avevano costretto almeno 7.000 donne, alcune in stato di avanzata gravidanza, ad abortire per rispettare le quote imposte dal governo centrale nel controllo delle nascite. Per individuare le donne incinte, secondo le denunce di Chen e di altri attivisti democratici, migliaia di persone furono arrestate arbitrariamente e picchiate selvaggiamente e almeno cinque di loro rimasero uccise. Chen, 39 anni, cieco per malattia congenita, dopo aver deciso di occuparsi dei diritti civili ha studiato da solo legge, diventando uno dei promotori del «movimento degli avvocati» che è stato il portavoce del dissenso cinese negli ultimi anni. Nel 2006 l’attivista fu arrestato per aver partecipato ad una manifestazione di protesta contro gli aborti forzati e il silenzio delle autorità sulla vicenda, che ebbe una vasta eco sulla stampa internazionale. Accusato di «incitamento alla distruzione della proprietà e disturbo della quiete pubblica», fu condannato a quattro anni e tre mesi di prigione, che ha finito di scontare nel settembre dell’ anno scorso.

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