Il Fondo Monetario Internazionale ammette errori nel salvataggio della Grecia

E’ lo scoop del WSJ, venuto in possesso di un documento interno strettamente confidenziale

WASHINGTON – Nel salvataggio della Grecia il Fondo Monetario Internazionale ammette di aver commesso errori. In particolare sarebbero stati sottovalutati gli effetti delle misure di austerity previste come pegno al piano di salvataggio concesso ad Atene. Questo quanto scoperto e pubblicato nell’edizione odierna del Wall Strett Journal. Uno scoop il cui secondo step è previsto nella giornata di domani, quando potrebbe esser pubblicato il documento interno timbrato come «strettamente confidenziale» giunto nelle mani del quotidiano newyorkese.

Secondo quanto si apprende nell’occhio del ciclone c’è il sistema di aiuti concessi. Soldi più funzionali ad altre democrazie dell’area euro che agli ellenici. In particolare il salvagente che Atene usufruisce dal 2010 «ha dato più tempo all’area euro per costruire una cortina di protezione a beneficio di altri Paesi membri vulnerabili evitando effetti potenziali gravi per l’economia globale».

Il che stride con le continue dichiarazioni ottimistiche, sia sul debito considerato sempre come «sostenibile» per quanto riguarda le comunicazione esterne, ma «che lo staff era incapace di garantire che il debito pubblico fosse sostenibile con una elevata probabilità» nelle dichiarazioni interne

Insomma, previsioni positive capacità di reazione della Grecia – che da quanto si legge – appare quantomeno macchiato da più di un sospetto di praticabilità. Solo per citare qualche numero, al Fondo, la crisi greca è costata qualcosa come 47 miliardi di dollari. Più della grandezza del Paese.

Un debito che nel 2012 era arrivato a 110 miliardi e che sarebbe stato entrato nell’orbita dell’organizzazione presieduta dall’ex ministro dell’economia francese Christine Lagarde troppo tardi. Una ristrutturazione immediata, infatti, sarebbe costata meno ai contribuenti europei e avrebbe risolto prima limitandone gli effetti ai problemi di di contagio. Particolare per questa eccessiva lentezza sarebbe da imputare alla Germania, timorosa di aiutare un Paese a rischio di solvibilità, e quindi a rischio bancarotta.

Va detto che il documento porta anche delle indicazioni positive. «Notevoli successi» sarebbero stati raggiunti. Tra questi «un forte risanamento di bilancio». Nonchè il fatto che «La Grecia è rimasta nell’area euro». E che «il contagio che avrebbe avuto effetti severi sull’economia globale è stato relativamente ben contenuto’» Ma a quale prezzo sociale e a quale sovrapprezzo?

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