Brasile, brucia la rabbia. Cori e manifestazioni durante Messico-Italia

RIO DE JANEIRO – “Preferiamo istruzione e Sanità alla Coppa” ma anche “No alla violenza”. Non cori da stadio ma cori anti-stadio e contro la Confederations Cup e il Mondiale quelli che hanno avuto luogo ieri nelle vicinanze del Maracanà, dove si giocava Italia.Messico. Circa tremila manifestanti, in maggioranza giovani sono stati dispersi dalla polizia.

Poi le cariche sono continuate nel pressi del vicino parco di Boa Vista, dove i manifestanti si erano ritrovati grazie alla comunicazione tramite i social network e dove sono stati sconvati dalla polizia, che ne ha di fatto impedito il ritorno nelle vicinanze del Maracanà. Lacrimogeni e proiettili di gomma tra le misure adoperate dagli agenti, coordinati dal fiuto dei cani che avevano in dote e dalle unità di elicottero che sorvolavano la zona delle manifestazioni.

Non solo il Maracanà e i 370 milioni necessari per ammodernare quello che senza dubbio può essere considerato lo stadio tra i più celebri del panorama calcistico. Nei giorni scorsi le proteste erano divampate anche a Brasilia, allo stadio Garrincha (380 milioni di euro il costo), con pneumatici bruciati e i manifestanti dispersi con spray al peperoncino e misure analoghe a quelle del Maracanà.

A ben vedere si tratta di proteste che da tre giorni scuotono il mondo del calcio brasiliano, alle prove generali grazie alla Confederations cup, per quanto riguarda la perfetta oleazione dei meccanismi per il ben più impegnativo appuntamento con il Mondiale, in programma il prossimo anno.

Ma gli stadi sono solo le ultime tappe di un movimento di protesta che sta agitando il tessuto sociale brasiliano, soprattutto i più giovani. Le ultime proteste, i giorni scorsi, hanno riguardato il caro biglietto per i servizi di trasporto pubblico. Da Rio a San Paolo passando per Porto Alegre sono stati 137 gli arresti e 50 i feriti per proteste che evadono dalla mera strumentalizzazione delle manifestazioni calcistiche, che di fatto fungono da cassa di risonanza internazionale per il movimento di protesta di un Paese che da qui all’agosto 2016 ospiterà Confederations Cup, Mondiale di Calcio per Nazioni e Olimpiadi.

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